Gli "White Bloc", gli "Idiots' Bloc" e i "Privilegiati" in divisa

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17 mag 2015

Li chiameremo gli “White Bloc”. Sono quella schiera di volontari che, armati di pennelli, scale e barattoli di pittura, sono scesi nelle strade di Milano per cancellare ciò che rimaneva della devastazione perpetrata, il 1° maggio scorso, dai famigerati Black Bloc.

Di: Redazione Sardegna Live

Li chiameremo gli “White Bloc”. Sono quella schiera di volontari che, armati di pennelli, scale e barattoli di pittura, sono scesi nelle strade di Milano per cancellare ciò che rimaneva della devastazione perpetrata, il 1° maggio scorso, dai famigerati Black Bloc.

Certo non hanno potuto riportare allo stato originale le auto date alle fiamme o le vetrine sfondate, ma hanno comunque compiuto un gesto di buona volontà e di grande esempio per tutti. Dicono di aver acquistato (a loro spese) vernice in quantità. Cosi, dovesse ripresentarsi qualche altro idiota ad imbrattare i muri, loro provvederanno nuovamente a cancellarne le traccie, rendendo vano il lavoro dell'imbrattatore mascherato di turno.

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I giornali hanno parlato poco di questi eroi, che definisco in tal modo perché nella società in cui viviamo, pochi avrebbero fatto lo stesso. Al momento della manifestazione No Expo che ha provocato le solite devastazioni, tutti ci siamo indignati difronte alle scorribande degli imbecilli neri, ma alla fine della “fiesta” ognuno di noi ha ripreso le sue occupazioni. Anche quasi tutti i milanesi, pur con l'amaro in bocca, si sono voltati dall'altra parte ed hanno tirato dritto.

Quasi tutti, ma non tutti. Gli White Bloc hanno, per un momento, messo da parte le loro faccende per dedicare una giornata del loro tempo a cancellare i simboli dei “Black Idiots”. Come definirli altrimenti? Queste formazioni di giovanotti magari un po annoiati, i quali si divertono a sfasciare vetrine con il pretesto di combattere i soprusi dei ricchi capitalisti, altro non sono che ragazzi con un basso quoziente intellettivo. Venuti al mondo dimenticando il cervello nel ventre materno, o forse chissà, svendendolo in cambio di un po di considerazione da parte di altri imbecilli della stessa risma.

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Con il famigerato G8 di Genova del 2001, si fanno conoscere da tutto il mondo. Prima di allora, in pochi sapevano di questo movimento di anarchici di estrema sinistra, chiamato dei Black Bloc dal significato del termine. Bloc: massa compatta di persone, Black: perché vestiti di nero. Provenienti da diverse nazionalità, i blocchi si uniscono solo al momento di fare baldoria con qualche vetrina da sfondare o cassonetti da incendiare.

Una gloriosa e stimabile attività la loro. Paragonabile a quella dei minatori, degli operai delle fabbriche, dei pastori, degli artigiani, o più in generale, degli imprenditori e di tutti quelli che quotidianamente lavorano a china bassa con le maniche di camicia sollevate. Oppure simili a quelli che corrono a ritmo sfrenato nelle corsie degli ospedali per curare chi sta male o salvare qualche vita umana. O, soprattutto, uguali a chi sta dall'altra parte della barricata, in divisa, a tentare di fermarli. Spesso beccandosi una sassaiola, qualche lavandino sulle costole, o qualche sputo nella faccia. Il tutto, “siori e siori venghino”, per la stratosferica cifra di 1300 euro al mese.

Un vero vitalizio da privilegiati!! Al quale è sufficiente osare difendersi da un eroe nero con la bombola in mano, per ottenere, quale medaglia al valore, una persecuzione giudiziaria lunga alcuni anni con relative parcelle legali da pagare.

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