Parola d'ordine: filtrare

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28-03-2015

Molti hanno una doppia vita. La prima vita è quella reale, la seconda è quella sui social. Se la prima vita, quella reale, scorre più o meno da sempre nella stessa maniera, nella seconda vita, quella che molti di noi vive sui social, è spesso diversa. La diversità consiste nel modo in cui si comunica. Quasi che a mancare siano le regole del controllo sociale che, per quanto discutibili, nel bene o nel male - nella vita reale - hanno un senso.

Di: Redazione Sardegna Live

Molti hanno una doppia vita. La prima vita è quella reale, la seconda è quella sui social.

Se la prima vita, quella reale, scorre più o meno da sempre nella stessa maniera, nella seconda vita, quella che molti di noi vive sui social, è spesso diversa. La diversità consiste nel modo in cui si comunica. Quasi che a mancare siano le regole del controllo sociale che, per quanto discutibili, nel bene o nel male - nella vita reale - hanno un senso.

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Prendiamo l’esempio dell’informazione. Specialmente su Facebook possiamo notare con quale facilità molti utenti condividano link relativi a falsi organi di informazione, alcuni con nomi molto simili ai giornali veri, altri con nomi di pura fantasia. Solo per fare un esempio: “ilsolo24ore” e “patatine fritte”. Il primo fa il verso alla storica testata che da sempre tratta di economia, e nella distrazione della lettura in tanti non si accorgono della differenza. Una genialata. Il secondo – patatine fritte – dovrebbe solo dal nome far pensare non si tratti di un sito di informazione. Eppure, questi ed altri, sono clicatissimi. A renderli virali poi ci pensa Facebook.

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Nella seconda vita in tantissimi non hanno la capacità di filtrare le notizie ingannevoli, ed anzi le amplificano, dandogli la parvenza della veridicità pubblicandola sul proprio profilo.

Tutto è diventato verosimile, se non reale. La politica, la cronaca nera, lo sport, la società. Prima si soleva dire “l’ha detto la televisione”, a sinonimo di garanzia. Oggi la televisione la si guarda ancora più distrattamente, mentre coi social siamo diventati ancora di più protagonisti e testimoni del tempo che viviamo. E tutto in tempo reale. Nel passato, con la tv, avevamo il telecomando, ed un’offerta di una decina di canali. Lo spettatore era però ancora passivo. Oggi, coi social e con Youtube, gli utenti sono i veri protagonisti. Oggi tutti possono produrre un documentario e caricarlo su YT.

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Quante volte abbiamo sentito dire che la televisione ci indottrinava coi suoi telegiornali filo governativi e ci distraeva dai problemi del paese coi suoi programmi leggeri e popolari? Cosa succede al nostro paese adesso che in tantissimi si sono trasformati in distributori inconsapevoli di notizie sfacciatamente false? Com’è possibile che uno strumento di grande libertà e democrazia, messo a disposizione delle masse, si trasformi in un pantano di menzogne? Com’è cambiato il nostro paese con questi nuovi strumenti? Come e da chi sono orientate le scelte delle persone?

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