Belvì. La burocrazia beffa il comune: piove in chiesa, la regione taglia i fondi

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10 dic 2014

Recentemente il piccolo comune è stato colpito dalla scure dei tagli attuata dall'attuale giunta regionale

Di: Redazione Sardegna Live

La politica del presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru colpisce anche la Barbagia e la sua omonima capitale Belvì. Recentemente, infatti, il piccolo comune è stato colpito dalla scure dei tagli attuata dall’attuale giunta regionale.

Quest’ultima, per mano dell’assessorato regionale ai lavori pubblici ha infatti definanziato alla locale amministrazione comunale, un finanziamento di 100.000 euro volti all’esecuzione dei lavori di sistemazione del tetto della parrocchia di Sant’Agostino. Nonostante i lavori fossero stati già messi in appalto da parte del comune, l’assessorato, mediante una nota che fa leva sulla data di impegno dei fondi, sostiene che sarebbe passato troppo tempo.

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Il sindaco di Belvì Rinaldo Arangino non ci sta e afferma che il tempo sarebbe passato per via del decreto di concessione della regione arrivato due anni dopo la data di impegno per via di problemi sul patto di stabilità.

Arangino conclude affermando che il finanziamento non sarebbe dovuto essere definanziato in quanto sono state rispettate tutte le procedure.?Intanto, nei giorni di pioggia, come racconta il parroco Don Simon Pedro Ela Ncogo Abang, l’acqua penetra dal tetto andando a rovinare gli affreschi presenti nel soffitto della stessa parrocchia.

L’amministrazione comunale, dinanzi al caso, non è rimasta a guardare, provvedendo lo scorso 28 Novembre ad inviare una sua nota al mittente. In questa vengono evidenziate le varie mancanze alla quale sarebbe venuto meno lo stesso assessorato regionale ai lavori pubblici, ma anche le ragioni per la quale il definanziamento è da ritenersi totalmente sbagliato.

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Tra i punti più salienti della nota si legge: “Rimane tuttavia impossibile immaginare uno scenario in cui la regione a causa del patto di stabilità provvede all’erogazione del finanziamento al comune 14 mesi dopo la comunicazione della determinazione di delega, mentre la definanzia dopo altrettanto tempo dalla sua formale concessione.

In ausilio a quanto esposto dall’amministrazione comunale nella nota, viene persino una nota dell’assessorato del 15.02.2012 prot 4743 con la quale si comunicavano le prescrizioni generali relative alla delega in oggetto, la quale evidenzia: i finanziamenti delle opere da attuarsi a cura degli interessati sono impegnati entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di erogazione dei fondi, ovvero del secondo anno successivo quando la loro utilizzazione richieda l’approvazione di un progetto esecutivo. Il termine è prorogato di un anno per progetti che necessitano di provvedimenti autorizzativi o approvativi in materia paesaggistica o ambientale e di un ulteriore anno per quelli soggetti a valutazione di impatto ambientale”

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LE MIE RIFLESSIONI. A mio parere, Le colpe di questo provvedimento non sono da attribuire al tempo come si pensa nei “palazzi cagliaritani”. Queste, dovrebbero essere invece ricercate in altri ambiti e più specialmente nell’assestamento di bilancio 2014-2016, votato il 24 Ottobre scorso dal Consiglio regionale attraverso l’approvazione della legge n°19. I nostri comuni, sono solamente vittime sacrificali di questo provvedimento totalmente sbagliato nella sua forma.

Il pasticcio è scritto ai commi 1 e 6 dell’articolo 2: “È disposto ope legis (cioè per il dettato della norma stessa) il definanziamento delle autorizzazioni di spesa per il quale non sia stata assunta, da parte dell’ente beneficiario, l’obbligazione giuridicamente vincolante”, da intendersi come “aggiudicazione dei lavori”. Al definanziamento è affiancata la restituzione delle risorse assegnate, una mazzata scritta al comma 5,

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