Solidarieta': un sentimento in via di estinzione?

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06 mag 2014

E' cronaca di questi giorni: il sindaco di Verona ha imposto multe sino a 500 euro per chi dona soldi o cibo ai clochard della città, negando cosi l'opportunità di vivere a qualcuno, di poter fare del bene ad altri. Il primo cittadino di Bergamo ha invece piazzato un bracciolo di ferro al centro delle panchine della città, in modo tale da evitare che qualcuno le usi quale giaciglio per la notte.

Di: Redazione Sardegna Live

E' cronaca di questi giorni: il sindaco di Verona ha imposto multe sino a 500 euro per chi dona soldi o cibo ai clochard della città, negando cosi l'opportunità di vivere a qualcuno, di poter fare del bene ad altri. Il primo cittadino di Bergamo ha invece piazzato un bracciolo di ferro al centro delle panchine della città, in modo tale da evitare che qualcuno le usi quale giaciglio per la notte.

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Non si sa mai che si consumino o che alle 3 del mattino qualche turista nottambulo ci si debba sedere!!

Cosi mentre papa Francesco si sforza di dare il buon esempio, facendo esattamente il contrario di ciò che Tosi vorrebbe vietare, da altre parti la carità è un incombenza che incontra troppi ostacoli, per cosi dire, terreni. Viviamo infatti sul pianeta terra, e qui vogliamo che i turisti accorrano a frotte.

Per questo dobbiamo tenere le nostre città e relativi patrimoni culturali puliti e sicuri, e non possiamo permetterci piazze o monumenti maleodoranti o pieni di immondizie lasciate incautamente qua e là. Ma è altrettanto vero che, anche se il periodo di crisi non aiuta, rimane sempre e comunque un gesto estremamente nobile la carità verso chi ha meno di noi: colchard o non clochard. Vietare dunque un gesto cosi naturale oltre che umano parrebbe quasi contrario ai più elementari principi sanciti dalla nostra costituzione e soprattutto dalla nostra coscienza.

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Cosi nel batti e ribatti tra filantropi forse più o meno interessati ad un pochino di ribalta e “tosiani” stufi del puzzo di pipì dei senzatetto, si spera che la solidarietà non passi in secondo piano. I primi sostengono che sarebbe sufficiente un bagno chimico per i clochard, ma Tosi risponde che nessun Sovraintendente acconsentirebbe un simile scempio. E poi rimarrebbe l'aspetto delle immondizie, il quale sembrerebbe più un problema di educazione che di povertà. Si potrebbero impiegare meglio gli operatori del comune, ma è pur vero che essere povero non significa per forza essere pure pelandrone. Dunque dove sta la soluzione?

Forse come al solito nel mezzo: con un pochino di educazione da una parte e poco estremismo e demagogia dall'altra. Sfruttare gli edifici pubblici abbandonati oppure incompiuti, magari con la collaborazione degli interessati, sarebbe un bell'esempio, se non fosse che le pastoie burocratiche sull'agibilità dei locali rendono tutto più difficile anche per gli amministratori meno duri di cuore.

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La solidarietà del resto è sancita anche da vari accordi internazionali, tra cui quello istitutivo dell'Unione Europea, per il quale le nazioni in difficoltà economica dovrebbero essere aiutate dagli altri paesi membri. Purtroppo, la realtà spesso dimostra che proprio chi dovrebbe farsi carico maggiormente della solidarietà verso chi è più debole e bisognoso è colui che invece dimostra un egoismo maggiormente imperante. La Germania, per esempio, manifesta poca solidarietà nei confronti dei paesi che oggi soffrono maggiormente la crisi economica.

Sinché ha avuto la necessità, ha deliberatamente e reiteratamente superato il fatidico tetto alla spesa pubblica fregandosene allegramente dei divieti comunitari. Oggi è rigidissima nell'imporre agli altri paesi immani sacrifici.

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Anche da Cagliari non arrivano notizie incoraggianti sul fronte della solidarietà per il prossimo. I giorni scorsi un centro commerciale del capoluogo sardo è stato teatro di una vicenda che ha visto protagonisti dei ragazzi extra comunitari in uno scontro con i vigilantes. Questi ultimi chiedevano ai ragazzi senegalesi di limitare la pressione verso i clienti che arrivavano al parcheggio.

Una pressione all'acquisto di fazzolettini, accendini o calzini a cui questi ragazzi ormai ci hanno abituato. Personalmente non mi sono mai sentito costretto ad acquistare nulla, se non fosse che la mia coscienza mi indirizza spesso all'acquisto, seppur di merce quasi inutile. Ma le interviste ai clienti di passaggio, sembrerebbero invece raccogliere diversi pareri dal mio:

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