“Tragedia migranti, spina nel cuore. Signore, perdono per l'indifferenza”

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08 gen 2013

Di: Redazione Sardegna Live

L'aereo con a bordo Papa Francesco, è atterrato all'aeroporto di Lampedusa con un Falcon 900 dell'Aeronautica militare proveniente dall'aeroporto militare di Ciampino, poco prima delle ore 8.00. Secondo il programma, Papa Francesco è salito a bordo di una motovedetta della Guardia costiera, accompagnato da un corteo di barche di pescatori.

Il Papa, dalla motovedetta della Guardia Costiera, ha gettato nel mare di Lampedusa una corona di fiori in ricordo dei migranti morti durante le traversate e prima di lanciare i fiori si è raccolto in preghiera. Per alcuni minuti, il Pontefice è stato in preghiera in memoria dei migranti morti in mare. Il lancio della corona è avvenuto davanti al porto di Lampedusa. La motovedetta della Guardia costiera che in otto anni ha tratto in salvo dal mare 30 mila persone, è stata accompagnata da un corteo di barche di pescatori. Il lancio della corona in mare da parte di Papa Francesco è stato salutato dal suono delle sirene delle barche dei pescatori.

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Poi Papa Francesco è arrivato al porto di Lampedusa, a Punta Favarolo. Sul molo lo attendevano gruppi di migranti, che il Pontefice ha salutato al suo passaggio. Ha salutato e ha stretto la mano a numerosi migranti africani, quasi tutti giovanissimi. Il Papa ha sorriso, scherzato e scambiato con loro parole di saluto.

"Vi saluto tutti e ringrazio per l'accoglienza, tutti siamo qui oggi nella preghiera e anche per questo non ho parlato. E' per questo che oggi sono qui. Grazie, grazie". Così il Papa si è rivolto al gruppo di immigrati. I profughi sono per metà cristiani e per metà musulmani, molti eritrei, tra loro anche tre donne e per la maggioranza sono minorenni.

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Papa Francesco ha voluto dare a questa giornata a Lampedusa un senso di preghiera e nel ricordo di quanti sono morti, un senso di vicinanza alle loro famiglie e alla popolazione di questa piccola isola che generosamente si fa carico del difficile compito di accoglierli.

"Noi siamo fuggiti dal nostro Paese per due motivi: politico e economico. Per arrivare in questo luogo tranquillo abbiamo superato vari ostacoli, siamo stati rapiti da vari trafficanti. Per arrivare qui in Italia abbiamo sofferto tantissimo". Così un giovane immigrato si è rivolto a Papa Francesco al quale ha anche consegnato una lettera. Nell'intervento il ragazzo, che si è anche interrotto per la commozione, ha chiesto aiuto per la situazione particolare: "Siamo qui - ha detto - costretti a rimanere in Italia perché abbiamo lasciato le impronte digitali e per questo non possiamo andare via. Quindi - ha aggiunto - chiediamo agli altri Paesi europei di aiutarci".A bordo della "

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campagnola" scoperta, poi, il Pontefice ha percorso le strade di Lampedusa, salutato e acclamato dalla folla, per dirigersi al campo sportivo "Arena", in località Salina, per la Messa. Il Pontefice è stato circondato dalla folla che lo ha acclamato: ha stretto al petto e baciato bambini, li ha accarezzati, ha stretto le mani che i fedeli gli hanno teso, ha sorriso a tutti e li ha salutati con la mano. All'ingresso al campo sportivo è stato accolto da grida dei presenti e dallo sventolio dei cappellini bianchi e gialli.

E' il primo viaggio apostolico dall'inizio del suo Pontificato. Prossima tappa: Rio de Janeiro ( 23 – 28 Luglio) per la GMG - Giornata Mondiale della Gioventù.

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E' stata la notizia degli "immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte", "una spina nel cuore che porta sofferenza" a spingere il Papa ad andare a Lampedusa, ha detto, per "risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta". Così il titolo dei giornali", ha detto il Papa all'inizio dell'omelia. "Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta - ha proseguito -, il pensiero mi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza". E allora "ho sentito il dovere di venire qui oggi a pregare - ha aggiunto -, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore".

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