Brunetta: "Basta smart working, dipendenti pubblici tornino in ufficio"

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15-02-2021

Stanno facendo discutere le dichiarazioni rilasciate dal neoministro per la Pubblica amministrazione nel giugno scorso

Di: Redazione Sardegna Live

“Riaprire tutto: i Comuni devono funzionare, i tribunali devono funzionare, come funzionano gli ospedali. Non vedo perché se un ospedale funziona, non possa funzionare una scuola, un Comune, un ufficio di urbanistica, un tribunale. Smettiamola per favore, basta: si torni tutti a lavorare”. Così si era espresso nel giugno scorso, intervistato da Tgcom24, il neoministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta (Forza Italia).

“Se funzionano la Polizia, i Vigili del fuoco, i carabinieri, nel senso che vanno a lavorare e non ci sono i carabinieri in smartworking, loro sono nelle loro automobili, fanno la pattuglie, quindi smettiamola per favore, si torni tutti a lavorare” aveva aggiunto in quell’intervista l’esponente azzurro. Dichiarazioni riprese quest’oggi da diversi media nazionali ma che, come specificato in particolare dal

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Corriere della Sera, risalgono al giugno scorso.

La nomina di Brunetta non è stata accolta favorevolmente da una parte del mondo sindacale, con l’Usb che ha definito il suo arrivo al governo come "una vera e propria dichiarazione di guerra alla Pubblica amministrazione".

LA SMENTITA E LE SCUSE Su Facebook Brunetta condivide quanto pubblicato sul sito del Corriere: “Ecco arrivata la smentita del Corriere della Sera: "Per un disguido e un nostro errore di cui ci scusiamo con il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta e con i lettori, è andato online un articolo su una vecchia intervista dell’allora deputato Brunetta che riguardava un contesto completamente diverso in cui si pensava di poter tornare alla normalità".

“Quindi – ha sottolineato Brunetta - io non ho rilasciato alcuna intervista, a nessuno, come doveroso riserbo, in attesa del discorso programmatico del presidente del Consiglio Mario Draghi alle Camere del prossimo mercoledì al Senato e giovedì alla Camera, con conseguente dibattito parlamentare e voto di fiducia. Sono sconcertato e dispiaciuto. Dal momento del giuramento, io non ho rilasciato alcuna intervista, né scritto alcun articolo. Nulla”.

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