Omicidio Loris. Il marito di Veronica:"Ci sono troppe coincidenze contro di lei"

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10 dic 2014

Il marito, Davide Stival, ai microfoni di Quarto Grado ha detto: "Chi è stato deve pagare. Mia moglie dice di aver portato Loris a scuola ma ci sono troppe coincidenze contro di lei"

Di: Redazione Sardegna Live

"Davide non mi abbandonare": questo ha detto rivolta al marito la madre del piccolo Loris, Veronica Panarello, 26 anni, detenuta da ieri sera nel carcere di Catania. A riferlo è l'avvocato Francesco Villardita. "Sono innocente – continua ad affermare la donna - e determinata ad andare avanti per dimostrarlo: ho accompagnato Loris a scuola e non so chi l'ha ucciso".

Il marito, Davide Stival, ai microfoni di Quarto Grado ha detto: "Chi è stato deve pagare. Mia moglie dice di aver portato Loris a scuola ma ci sono troppe coincidenze contro di lei".

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Non si può fare questo a un bambino”.

Qualche giorno fa, ancora sicuro nel credere all'innocenza di Veronica, diceva: "Se è stata lei allora può pure morire".

A parlare anche la sua famiglia d'origine. "Io e mio marito ci siamo accorti che Veronica sin da bambina soffriva di manie persecutorie, che era una bambina aggressiva e violenta", racconta Carmela Anguzza, mamma della ragazza.

"Sino dall'età di 7 anni - ha detto la donna -, quando ci trovavamo in Liguria, è stata seguita e curata da uno psicologo, ma col passare degli anni lei si è rifiutata di sottoporsi alle visite specialistiche". La mamma racconta anche quando una volta, ricoverata all'ospedale di Ragusa, Veronica le disse di essere stata oggetto di presunti abusi sessuali da parte di un infermiere, fatto che però non ebbe mai conferma. "Mia figlia non può aver agito da sola, di sicuro copre qualcuno. E' sempre stata una ragazzina irrequieta, viziata e bramosa di attenzioni, ma da qui a diventare un´assassina ce ne corre, e di questo sono certa, anche se non ci sentivamo da tempo prima che, in preda ad una comprensibile angoscia, mi accusasse di aver preso il suo bambino".

Intanto, una nuova contestazione dei detenuti del carcere di Catania si è alzata contro la donna. Anche questa mattina alcuni prigionieri le hanno gridato: “Assassina, noi non ti vogliamo qui”.

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