L’Università di Cagliari brilla alla Biennale di architettura a Venezia

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29 ago 2018

Apprezzamenti per gli studi sull’area di Ottana. Al centro dei progetti, perifericità, spopolamento e sviluppo socioeconomico innovativo

Di: Redazione Sardegna Live

L’Università di Cagliari partecipa alla 16º Mostra internazionale di architettura, meglio nota come ‘La Biennale di Venezia’. Gli specialisti dell’ateneo hanno presentato i lavori - apprezzati da accademici ed esperti - nell’ambito di Padiglione Italia, curato dall’architetto Mario Cucinella, designato dal ministero dei Beni culturali. “Il progetto connette cinque aree delle zone interne, l’appennino emiliano, Camerino, Matera, Gibellina e Ottana, accomunate dalla problematica della perifericità e dello spopolamento, ma anche dall’essere luoghi dai quali è possibile ripensare uno sviluppo innovativo basato sul riscatto socio-economico e sulle identità locali, questioni che riposizionano questi paesaggi come alternativa all’abitare urbano e metropolitano” spiega Giorgio Peghin, coordinatore degli studiosi del Dipartimento ingegneria civile, ambientale e architettura dell’Università di Cagliari.

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Il collettivo che ha sviluppato il progetto Sardegna “La casa dei cittadini. Un luogo della salute per la Barbagia” è composto dal gruppo della facoltà di Ingegneria guidato dal professor Peghin, con il grafico Stefano Asili e i ricercatori Carlo Pisano e Valeria Saiu. Con gli universitari del Dicaar hanno collaborato lo studio di architettura Solinas Serra Architects di Simone Solinas, con i collaboratori Salvatore Mario Carboni, Simone Langiu, Daniela Mureddu e il gruppo Sardarch composto da Francesco Cocco, Matteo Lecis Cocco-Ortu, Nicolò Fenu e Simone Setzi.

Alla Biennale sono presenti anche una selezione di altri lavori eseguiti in Sardegna. Tra questi, quelli firmati dagli architetti del Dicaar, Francesco Cherchi e Marco Lecis.

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Per la Sardegna è stato scelto uno dei luoghi dove il carattere arcaico del paesaggio e del territorio sardo è più tangibile: la Barbagia. “Un territorio, storicamente legato al mondo agropastorale che ha subito una radicale trasformazione con l’insediamento del Polo Petrochimico di Ottana. Quello che rimane oggi è una grande area industriale inquinata, un territorio ricco di risorse ma totalmente privo di presidio.

L’inserimento di una Casa della Salute - aggiunge Giorgio Peghin - è stato un tentativo di dare ai problemi dell’area una riposta in termini di “benessere” associato al valore economico e culturale del territorio. Questa Casa della Salute è un luogo dove vengono offerte opportunità, al singolo e alla comunità, per mantenere e ricercare il benessere ed attivare momenti di relazione e integrazione tra il sistema tradizionale di assistenza e nuove e innovative modalità di “cultura della salute”, che oggi non può prescindere dalla cura dell’ambiente e degli stili di vita”. In sintesi, un’architettura che diventa “piattaforma integrata di spazi flessibili che assicurano la unitarietà delle cure grazie alla contiguità fisica dei professionisti, e spazi modulabili e integrabili di accoglienza, di socializzazione, di studio, di educazione”.

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Il gruppo coordinato dal professor Giorgio Peghin ha curato gli aspetti relativi alla costruzione di una strategia progettuale alla scala territoriale, con la definizione dei materiali storico-critici e analitici che hanno consentito di rappresentare la situazione socio-economica e le relazioni intercontestuali tra le aree della Barbagia e il resto della Sardegna. Inoltre, è stato messo a punto uno studio sul sistema socio-sanitario regionale per una verifica su organizzazione e proposte previste dal recente Piano, integrate con una “prospettiva aperta alla sperimentazione di modelli architettonici e funzionali innovativi per ridefinire e ampliare il ruolo delle nuove “Case della Salute” come spazi integrati e promotori di una cultura del paesaggio”.

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Situata a Ca’ Giustinian, la Biennale di Venezia da oltre un secolo è una delle istituzioni culturali più prestigiose al mondo. Fin dalla sua fondazione (1895) è all’avanguardia nella promozione delle tendenze artistiche.

Cura manifestazioni internazionali nelle arti contemporanee in un modello pluridisciplinare che ne caratterizza l’unicità.

Yvonne Farrell e Shelley McNamara sono le curatrici della Mostra internazionale di architettura, che si svolge dal 26 maggio al 25 novembre prossimo ai Giardini e all’Arsenale e in altri luoghi di Venezia. Il titolo della Biennale 2018 è Freespace: ovvero, la generosità e il senso di umanità che l’architettura colloca al centro della propria agenda, concentrando l’attenzione sulla qualità stessa dello spazio.

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