Italia intollerante? Rom picchiata dopo un tentato furto

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07 dic 2018

Giornalista interviene in sua difesa e viene insultata

Di: Redazione Sardegna Live

Continua a rimbalzare sui social la notizia della giornalista Rai, Giorgia Rombolà cronista di Rainews24, che ha raccontato in un lungo post su Facebook, di un pestaggio ad una ragazza Rom sulla linea A della metro di Roma a cui lei stessa ha assistito, e dopo essere intervenuta ha raccontato di essere stata anche lei aggredita e insultata dagli altri passeggeri.

La ragazza Rom, con bimba di circa 4 anni a seguito, ha cercato di rubare il portafoglio a qualcuno, ma quel qualcuno si è accorto del tentato furto e ha iniziato a insultare e strattonare la Rom: “Fermi a una fermata: trambusto, urla e il pianto disperato di una bimba. Una giovane, credo rom, tenta di rubare il portafoglio a qualcuno. La acciuffano e ne nasce un parapiglia, la strattonano, la bimba che tiene per mano (3/4 anni) cade sulla banchina, sbatte al vagone” scrive Giorgia Rombolà.

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“Ci sono già i vigilantes a immobilizzare la giovane, ma a quest’uomo alto mezzo metro più di lei, robusto (la vittima del tentato furto?) non basta. Vuole punirla. La picchia violentemente, anche in testa. Cerca di strapparla ai vigilantes tirandola per i capelli. Ha la meglio. La strattona fino a sbatterla contro il muro, due, tre, quattro volte. La bimba piange, lui la scaraventa a terra”.

Prosegue il racconto: “Io urlo dal vagone: ‘Non puoi picchiarla, non puoi picchiarla’. Ma non si ferma. Io urlo ancora più forte, sembro una pazza. Esco dal vagone, mi avvicino e cerco di fermarlo. Solo ora penso che con quella rabbia mi avrebbe potuto ammazzare, colpendomi con un pugno. ‘Basta, basta’, urlo. I vigilantes riescono a portare via la ragazza. Lui se ne va urlando, io risalgo sul treno”.

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Ma come racconta ancora la giornalista una volta sul vagone partono gli insulti: “Mi circondano. Un tizio che mi insulta dandomi anche della put… dice che l’uomo ha fatto bene, che così quella str… impara. Due donne (tra cui una straniera) dicono che così bisogna fare, che evidentemente a me non hanno mai rubato nulla. Argomento che c’erano già i vigilantes, che non sono per l’impunità, ma per il rispetto, soprattutto davanti a una bambina. Dicono che ‘chissenefrega’ della bambina, tanto rubano anche loro, anzi ai piccoli menargli e ai grandi bruciarli. Un ragazzetto dice se c’ero io quante mazzate. Dicono così”.

“Io litigo, ma sono circondata. Mi urlano anche dai vagoni vicini. E mi chiamano comunista di merda, radical chic, perché non vai a guadagnarti i soldi buonista del ca… Intorno a me, nessuno che difenda non dico me, ma i miei argomenti. Mi guardo intorno, alla ricerca di uno sguardo che seppur in silenzio mi mostri vicinanza. Niente. Chi non mi insulta, appare divertito dal fuori programma o ha lo sguardo a terra. Mi hanno lasciato il posto, mi siedo impietrita – conclude il suo racconto – C’è un tizio che continua a insultarmi. Dice che è fiero di essere volgare. E dice che forse ci rivedremo, chissà, magari scendiamo alla stessa fermata. Cammino verso casa, mi accorgo di avere paura, mi guardo alle spalle. E scoppio a piangere. Perché finora questa ferocia l’avevo letta, questa Italia l’avevo raccontata. E questo, invece, è successo a me”.

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Giorgia Rombolà dopo aver raccontato quanto accaduto nel lungo post su Facebook, è stata aggredita anche sul social, fino a spingerla a chiudere il suo profilo per mettere fine agli insulti.

Tra i commenti al post parole di rabbia, esasperazione, rassegnazione e intolleranza. In molti si dicono stanchi di subire da persone che resteranno impunite, che usano i propri bambini come stratagemma proprio per evitare punizioni, che il gesto dell’uomo è stato senz’altro estremo, ma come dargli torto? Ma anche qualcuno scioccato da ciò che sta diventando la nostra Nazione, fatta di furiosi, frustrati e razzisti. Di uomini che se la prendono contro donne e bambini e di come la colpa di tutto quest’odio sia di Salvini.

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