Salvini: “Sciopero immotivato. Col dialogo si risolvono i problemi, con lo scontro no”

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16 dic 2022

Le proteste, indette dai sindacati Cgil e Uil in tutta Italia contro la manovra 2023 del governo Meloni, sono iniziate in settimana ma oggi arriveranno al culmine

Di: Redazione Sardegna Live

"Grazie al buonsenso di Cisl, Ugl e dei loro iscritti. Non sostenendo uno sciopero immotivato e ideologico contro il governo, non complicheranno la giornata a milioni di lavoratrici e lavoratori. Col dialogo si affrontano e risolvono i problemi, con lo scontro ideologico no".

È quanto afferma il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini in merito allo sciopero generale di oggi, 16 dicembre, che coinvolge soprattutto i trasporti in tutta Italia.

Le proteste, indette dai sindacati Cgil e Uil contro la manovra 2023 del governo Meloni, sono iniziate in settimana ma oggi arriveranno al culmine

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Si protesta per chiedere di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (cosiddetto recupero del drenaggio fiscale).

Viene chiesto, inoltre, di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai ccnl un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo; una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà; la rivalutazione delle pensioni; risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia.

Un altro motivo è la richiesta di cancellare la Legge Fornero e introdurre l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

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