Vacanze: la tassa di soggiorno incide sulla scelta? Ecco dove si paga di più

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07 lug 2023

Nel 2023 gli incassi dovrebbero toccare 678 milioni

Di: Stefano Soro

Secondo una recente ricerca cala la percentuale di italiani che sceglie di andare in vacanza d’estate. Sulla scelta pesano maggiormente i problemi economici. Costo dei trasporti ma anche delle strutture ricettive, tante le varianti in gioco.

Senza dimenticare la tassa di soggiorno, una voce di spesa che può incidere, e non poco, sul costo finale del pernottamento. Ma qual è la città più cara d’Italia?

Sino a qualche anno fa era Roma, dove si può pagare sino a 7 euro al giorno (per ospite) alloggiando in un hotel a 5 stelle, sino a scendere a 3 euro in strutture con una o due stelle. Dal 1° aprile scorso, però, è

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Firenze la città ad avere la tassa di soggiorno più cara d’Italia: si va dai 3,50 euro a notte per gli hotel a una stella e i campeggi, fino agli 8 euro dei 5 stelle. Il Comune toscano ha sfruttato l’articolo 787 della manovra finanziaria del Governo Meloni, che dà la possibilità di applicare rialzi in base ai dati Istat delle presenze turistiche, e in particolare nelle città con presenze turistiche che superino di venti volte il numero dei residenti.

Seguono tutte le altre grandi città italiane: da Venezia a Milano, passando per Torino. Tra le mete in cui si paga per la prima volta si va da Bari a Taranto, Caserta, fino a Forte dei Marmi.

Intanto, secondo una ricerca dell'Osservatorio nazionale di Jfc, nel 2023 gli incassi dell'imposta di soggiorno a livello nazionale dovrebbero toccare 678 milioni con un incremento del 9.5% sullo scorso anno, quando erano stati pari a 619 milioni con un incremento boom del 135.4% sul 2021, anno ancora frenato dalla pandemia. Nel 2019, invece, l'incasso era stato di 622 milioni.

A livello regionale, la regione che incassa in assoluto di più è il Lazio - ovviamente grazie alla presenza di Roma - che da sola percepisce il 22,4% del totale nazionale, vale a dire 138,7 milioni di euro. Segue il Veneto con oltre 80 milioni (di cui 31,5 della sola Venezia) e il 12,9% di quota italiana, poi la Lombardia e la Toscana con ambedue una quota delll'11,7%, pari a circa 73 milioni a testa, con Milano che incassa 48 milioni circa e Firenze 42,5.

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