La prof: “Chiudi gli occhi e dimmi cos’è il Rubicone”. L’alunna si rifiuta di chiuderli e prende 3

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06 giu 2020

L’avvocato: “Si tratta di un abuso non giustificato, non ci sono disposizioni del Miur”.

Di: Redazione Sardegna Live

Un’alunna che frequenta la prima superiore di un liceo Scientifico di Roma Nord ha affrontato l’ultima interrogazione di storia che, però, non è andata benissimo. La studentessa ha avuto un battibecco con l’insegnante: “Che cos'è il Rubicone? Chiudi gli occhi per piacere e rispondi”, avrebbe detto la professoressa. Ma l’alunna ha assicurato di aver studiato ed essere preparata e si è rifiutata di chiudere gli occhi.

A quel punto l'insegnante ha insistito: “Se non li chiudi vorrà dire che prenderai il voto che meriti. Tutti i ituoi compagni li chiudono” e sul registro elettronico della ragazza si è vista mettere un 3 senza commento da parte del docente solo perché non aveva chiuso gli occhi. L’insegnante aveva probabilmente paura che la giovane potesse sbirciare o che qualcuno potesse suggerire le risposte.

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A denunciare l'episodio è la mamma della ragazza che ha scritto al dirigente scolastico per chiedere chiarimenti. "Mia figlia - spiega la donna, anche lei docente - non è stata valutata per la sua preparazione ma per il comportamento: per essersi opposta a una richiesta che trovo molto discutibile". La signora si è anche rivolta a un avvocato e intende andare a fondo della vicenda "perché nonostante la didattica a distanza non è previsto da nessun protocollo ministeriale - commenta - che le interrogazioni debbano svolgersi in questo modo".

Anche il legale, che si riserva di presentare querela contro il docente se la scuola non prenderà provvedimenti e di presentare ricorso qualora il voto dovesse incidere poi sullo scrutinio finale mantiene il punto: “Si tratta di un abuso non giustificato, non ci sono disposizioni del Miur che prevedono interrogazioni ad occhi chiusi e bisogna considerare, inoltre, che il voto è stato dato non alla preparazione della ragazza ma al suo comportamento che non era ovviamente oggetto di giudizio”.

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