Trentino. Firmata l'ordinanza per abbattere l'orso che aveva aggredito padre e figlio

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25 giu 2020

Il ragazzo: "Non credo sia necessario abbattere gli orsi. Piuttosto penso che ci sarebbe bisogno di una gestione diversa"

Di: Redazione - Immagine simbolo

“La montagna è la casa degli animali ha precisato -. Non credo sia necessario abbattere gli orsi. Piuttosto penso che ci sarebbe bisogno di una gestione diversa”.

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato l'ordinanza che prevede l'abbattimento dell'orso, non ancora identificato, che nel pomeriggio di lunedì ha aggredito Fabio e Christian Misseroni, padre e figlio, sul Monte Peller, in valle di Non.

Il dirigente generale della Forestale provinciale, Romano Masè, ha assicurato un'azione di presidio del territorio dove è avvenuta l'aggressione, di informazione alle persone che vivono nella zona. Nel contempo sono stati inviati al laboratorio della Fondazione Mach, a San Michele all'Adige, gli abiti delle due persone ferite, che serviranno ad identificare l'animale attraverso l'esame del Dna.

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Al momento non si sa se si tratti di un maschio o di una femmina. Per avere i risultati, spiegano in Provincia, ci vorrà qualche giorno. In Trentino ci sono fra gli 82 ed i 93 esemplari di orso, ai quali si aggiungono i nuovi cuccioli. Questi numeri mettono in dubbio la possibilità di convivenza dell'orso con l'uomo, secondo Fugatti (Lega).

La questione sarà sottoposta al ministro dell'Ambiente Sergio Costa (M5S), ha detto il presidente, "per avviare una discussione sulla prospettiva gestionale degli orsi che sta diventando sempre più insostenibile. Vogliamo dialogare con il Ministero, sapendo comunque - ha concluso il presidente - che noi abbiamo una legge, la 9 del 2018, che ci consente ampi margini di manovra sulla gestione dei grandi carnivori".

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Intanto, Fabio Massironi, è stato dimesso dall’ospedale con una ingessatura. Sta meglio anche il figlio Christian, ma ha una gamba fasciata. “Era quasi sicuramente un orso adulto, in piedi era più alto di me - ha raccontato il giovane al Corriere del Trentino -. Per due volte ho provato a girargli la faccia con le gambe, ma la seconda volta mi ha preso il polpaccio, senza prendermi l’osso per fortuna. Con la potenza, però, è riuscito a alzarmi di peso e mi ha spostato per due metri. In quell’attimo è subentrato mio padre, voleva difendermi. Ricordo che mi ha preso per la maglia per tirarmi indietro e l’orso si è avventato contro di lui con maggior ferocia. Mio papà è stato morso alla gamba e gli si è spaccato l’osso in tre parti”.

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