Parla Becciu: "Non ho rubato un euro. Mi difenderò"

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25 set 2020

Il religioso pattadese: "Ho chiesto al Papa: perché mi fai questo davanti a tutto il mondo?"

Di: Redazione Sardegna Live, foto Wikipedia

Ha fatto il giro del mondo in pochi minuti, nella serata di ieri, la notizia che il porporato sardo Giovanni Angelo Becciu ha abbandonato la Congregazione delle Cause dei Santi, di cui era prefetto, perdendo con essa tutti i diritti legati al cardinalato. In un primo momento si era ipotizzato che le dimissioni di Becciu fossero connesse in qualche modo agli investimenti milionari del Vaticano relativi a un immobile londinese, vicenda che già nei mesi scorsi aveva sfiorato il cardinale.

Oggi è lo stesso religioso, intervistato dal quotidiano "Domani", a dare una spiegazione più precisa. "Ho detto al Papa: ma perché mi fai questo? Davanti a tutto il mondo poi? Mi ha detto che avrei dato soldi ai miei fratelli. Io non vedo reati, sono sicuro che la verità verrà fuori", si legge nell'intervista."Nel nostro incontro - aggiunge Becciu - il Santo Padre mi ha spiegato che avrei favorito i miei fratelli e le loro aziende con i soldi della Segreteria di Stato, ma io posso spiegare. Reati di certo non ce ne sono".

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Becciu nell'intervista non nega che una coop riconducibile al fratello Tonino sia finanziata con i fondi Cei provenienti dall'8 per mille. "Confermo, anche perché è tutto rendicontato. Che male c'è?".

La somma ricevuta dalla coop, secondo gli inquirenti, si aggirerebbe attorno ai 100mila euro. "Errato - commenta Becciu -, io da sostituto non ho mai dato i denari alla cooperativa di mio fratello, ma a una Caritas. Come sostituto avevo a disposizione un fondo con cui, senza dover rendere conto a nessuno, potevo aiutare vari enti e associazioni caritatevoli. Perché non dovrei dare una mano anche alle Caritas sarde come quella di Ozieri?".

Al centro dell'attenzione vi sarebbe anche una srl riconducibile a un altro fratello, che avrebbe beneficiato di commesse importanti grazie alla mediazione dell'ex porporato. "Il nunzio in Egitto conosceva mio fratello, e così lui ha fatto lavori per circa 140mila euro per cambiare gli infissi della sede, ma anche qui francamente non vedo il reato".

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Lo stesso Becciu, quando era nunzio a Cuba fra il 2009 e il 2010, acquistò gli infissi per la nunziatura de L'Avana. "Ma scusi, non conoscevo nessun altro, era ovvio usassi la ditta di mio fratello. Poi i lavori non li ho nemmeno terminati io, ma il nunzio che mi è succeduto. Che è stato talmente contento del servizio che, quando è stato spedito nella nunziatura egiziana, lo ha richiamato".

Becciu conclude sostenendo di "non aver rubato un euro. Non so se sono indagato, ma se mi mandano a processo mi difenderò".

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