Il Governo italiano aumenta le tasse aeroportuali e Ryanair risponde chiudendo 2 basi, eliminando 16 rotte e tagliando 600 posti di lavoro

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03-02-2016

La chiusura di due delle 15 basi in Italia, di 16 rotte e di un aeroporto, con il conseguente taglio di 600 posti di lavoro e la perdita di 800 mila clienti. E' così che Ryanair risponde alla decisione del Governo italiano di aumentare dal primo gennaio le tasse aeroportuali di 2,5 euro.

Di: Redazione Sardegna Live

La chiusura di due delle 15 basi in Italia, di 16 rotte e di un aeroporto, con il conseguente taglio di 600 posti di lavoro e la perdita di 800 mila clienti. E' così che Ryanair risponde alla decisione del Governo italiano di aumentare dal primo gennaio le tasse aeroportuali di 2,5 euro.

Una decisione "illogica" perché danneggia il turismo italiano, accusa la low cost irlandese, che coglie la palla al balzo anche per sferrare un attacco ad Alitalia: la tassa va infatti a sussidiare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti della compagnia italiana e questo a Ryanair non va giù.

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"Non dovremmo essere noi a finanziare Alitalia-Etihad, dovrebbe essere qualcuno ad Abu Dhabi", è l'affondo del chief commercial officer David O'Brien, che aggiunge: "Il piano di Alitalia-Etihad di distruggere gli aeroporti regionali sta funzionando".

Parole che non vogliono però essere un attacco diretto ad Alitalia, assicura O'Brien: "Il problema non è Alitalia in sé ma la tassa", perché il Governo "per raccogliere pochi milioni fa sì che le Regioni perdano centinaia di milioni di spesa turistica".

Con l'aumento della tassa municipale, che costerà complessivamente 165 milioni di euro ai passeggeri italiani, l'Italia - sostiene - "perde un'occasione per crescere, mentre la Spagna se la ride".

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Nei fatti, da ottobre Ryanair chiuderà le basi di Alghero e Pescara, chiuderà tutti i voli di Crotone e taglierà 16 rotte (8 ad Alghero, il 60%; 5 a Pescara, il 70% e tutte le 3 di Crotone): "non ci è stata lasciata altra scelta", assicura la compagnia low cost. Ma alcuni insinuano il dubbio che la polemica sia stata usata per 'mascherare' una decisione già presa da tempo.

Nel frattempo, la notizia accende il dibattito politico nelle regioni coinvolte: in particolare in Sardegna, dove l'opposizione è arrivata a chiedere le dimissioni dell'intera Giunta regionale. Ma in Sardegna l'attenzione è alta anche per il destino di Meridiana. Un preaccordo firmato nei giorni scorsi con Qatar Airways (per l'ingresso fino al 49%) è la base su cui sono in corso le trattative che potrebbero portare nei prossimi mesi ad un accordo.

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Al Ministero dello sviluppo c'è stato un incontro tecnico con l'azienda e i ministeri coinvolti: "Stiamo lavorando, è tempo che si sta lavorando assieme e il Governo è estremamente impegnato sul dossier", si è limitato a dire al termine della riunione il presidente Marco Rigotti.

Dopo le indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni l'azienda sarda ha deciso di usare la massima riservatezza. Ma secondo fonti vicine al dossier, sarebbe già pronto un Piano industriale che consentirebbe di ridurre gli esuberi (l'azienda ha 1.800 dipendenti - di cui 1.357 in cig a rotazione - e con 21 aerei c'è un surplus di personale) e di dare un futuro solido alla seconda compagnia italiana.

Sulla tempistica c'è cautela, ma l'orizzonte potrebbe essere la scadenza della cig a fine giugno. Ad agitare il settore del trasporto aereo, infine, c'è la situazione di Mistral Air, la compagnia di Poste: la Uiltrasporti ha proclamato 4 ore di sciopero il 18 marzo, contro "la scelta di Alitalia di togliere attività di volo a Mistral per cederle a Darwin Etihad Regional".

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