Come cambia la rete ospedaliera in Sardegna. Ecco la mappa

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03-02-2016

Tenuto conto dell'articolazione geografica regionale e della distribuzione demografica, la nuova rete ospedaliera della Sardegna individua due principali poli sanitari, uno per l'area del nord ovest e l'altro per quella sud est, la prima facente capo al Santissima Annunziata di Sassari, la seconda all'Azienda Brotzu di Cagliari, che comprende San Michele, Oncologico e Microcitemico.

Di: Redazione Sardegna Live

È stata approvata in via definitiva la riorganizzazione della rete ospedaliera della Sardegna, che ora passerà al vaglio del Consiglio regionale.

La riforma è parte fondamentale del Piano sanitario regionale, è stata inserita tra le azioni del Piano di rientro ed è uno dei tre tasselli cardine della riqualificazione del sistema, insieme alla nuova rete delle cure territoriale e all'Areus, l'azienda regionale dell'emergenza-urgenza, voluta dalla Giunta Pigliaru.

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Secondo le stime dell'Esecutivo, la riorganizzazione permetterà un risparmio di 134 milioni in tre anni e il trasferimento di 250 milioni da parte dello Stato per l'edilizia ospedaliera.

Tenuto conto dell'articolazione geografica regionale e della distribuzione demografica, la nuova rete ospedaliera della Sardegna individua due principali poli sanitari, uno per l'area del nord ovest e l'altro per quella sud est, la prima facente capo al Santissima Annunziata di Sassari, la seconda all'Azienda Brotzu di Cagliari, che comprende San Michele, Oncologico e Microcitemico.

A entrambe le strutture - definite di Dea di II livello, perché dotate di servizi importanti di emergenza e accettazione e della cardiochirurgia - sono stati collegati presidi di I livello e di base, secondo una classificazione stabilita dal ministero della Salute. All'hub di Sassari-nord ovest e nord rst afferiscono gli ospedali di I livello di

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Olbia e Nuoro e quelli di base di Alghero e Ozieri, di Tempio, di La Maddalena, di Lanusei.

C'è poi il San Francesco di Nuoro come ospedale di I livello rinforzato, il San Camillo di Sorgono come ospedale di zona disagiata.

All'hub di Cagliari afferiscono invece gli ospedali di I livello Santissima Trinità di Cagliari, l'ospedale Sirai di Carbonia, Nostra Signora di Bonaria di San Gavino, il San Martino di Oristano e l'ospedale di base Nostra Signora della Mercede di Lanusei. Ci sono poi il Mastino di Bosa, il Delogu di Ghilarza, Isili e il San Marcellino di Muravera come ospedali di zona disagiata. Il Policlinico di Monserrato viene definito presidio di I livello. Gli ospedali di II livello hanno un bacino di utenza da 600 mila abitanti in su, quelli di I livello da 150 mila abitanti in su, quelli di base dagli 80 mila abitanti in su. POSTI LETTO - Si parte dai 5.901 attuali, di cui 5.527 per acuti e 374 per post acuti: la riforma tende a riequilibrare il rapporto tra le due tipologie e porta i posti letto a 5.790, di cui 4.801 per acuti e 989 per le post acuzie a 991. Nel dettaglio, tra pubblico e privato, la Asl di Sassari passa da 1.307 posti letto a 1.097, la Asl di Olbia da 356 a 540, la Asl di Nuoro da 442 a 485, la Asl di Lanusei da 175 a 182, la Asl di Oristano da 520 a 524, la Asl di Sanluri da 176 a 212, la Asl di Carbonia da 323 a 297, la Asl di Cagliari da 2602 a 2447. LE NOVITA' - Recependo le richieste arrivate dai territori e relative alla classificazione e individuazione delle strutture ospedaliere, nel documento approvato in via definitiva si parla di "Presidio unico di area omogenea", "Nodi della rete ospedaliera", "Nodo della rete con attività integrata di didattica e ricerca", "Nodi della rete territoriale, base rinforzato", "Presidi ospedalieri di completamento privato". I presidi di zona disagiata potranno avere una articolazione organizzativa con funzioni chirurgiche da configurarsi in sede di predisposizione dell'Atto aziendale. Per Al

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