Carcere, Caligaris: “Ottimo il risultato dell’Università, ma il diritto allo studio latita nel carcere di Oristano”

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23 gen 2021

Numeri e risultati universitari apprezzabili – secondo l’associazione Socialismo Diritti Riforme – ma sono tanti i detenuti reclusi che ancora non possono accedere allo studio”

Di: Alessandro Congia

“L’Università di Cagliari, a 400 anni dalla fondazione, e il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, con il 5,4% di studenti iscritti nei corsi dell’Ateneo, raccolgono risultati straordinari tra i detenuti della Sardegna. Un centinaio di studenti della Casa di Reclusione di Oristano-Massama, iscritti alle superiori e ai corsi CPIA, attende però inutilmente da mesi di poter studiare. Un problema irrisolto che impedisce a persone che esprimono la volontà di cambiare se stessi di fruire di un diritto costituzionale”.

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Lo sostiene Maria Grazia Caligaris dell’associazione ‘Socialismo Diritti Riforme’, con riferimento al mancato avvio delle lezioni scolastiche a distanza osservando che “risultati eccezionali non possono cancellare condizioni di disagio e inadeguatezza di una realtà molto importante”.

“Occorre non trascurare che gli apprezzabili risultati universitari – sottolinea Caligaris – sono quasi sicuramente da mettere anche in relazione all’incremento dei detenuti in Alta Sicurezza e 41bis presenti nell’isola (la più alta percentuale in Italia rispetto al numero di ristretti). E’ notorio inoltre che lo studio ad alto livello soddisfa e impegna particolarmente le persone private della libertà con pene lunghe. Ecco perché, a parte Alghero, la presenza di studenti universitari si registra nelle sezioni AS e tra gli ergastolani. Il problema è rendere la scuola e la formazione strumenti per tutti specialmente per tossicodipendenti e analfabeti di ritorno, spesso dietro le sbarre per pochi mesi in attesa di essere trasferiti in Comunità di recupero e/o in centri sanitari”.

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“Il convegno dell’Università – osserva ancora l’esponente di SDR – ha messo l’accento su una problematica significativa soprattutto in considerazione del recupero sociale. Indubbiamente 45 detenuti universitari su circa 2000 ristretti sono importanti, ma lo sono anche i restanti 1.955 e in particolare i circa 260 di Oristano, un centinaio dei quali ormai si sentono abbandonati e privati di una prospettiva di crescita culturale e umana. SDR rivolge quindi un appello al Direttore Generale dei Detenuti e del Trattamento Gianfranco De Gesu, già apprezzato provveditore regionale della Sardegna, per un suo personale impegno affinché nella nostra isola non ci siano figlio di un Dio Minore”.

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