Monte Urpinu, c’era una volta l’ex Sesto Senso: la disco non c’è più, c'è ancora il degrado. VIDEO

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30 gen 2021

Altro che salubri passeggiate, bimbi che giocano con mamme e papà, tra gli ex fortini-batterie antiaeree che sovrastano il bellissimo Belvedere e la città, una cattedrale nel deserto, dopo la chiusura definitiva (avvenuta anni fa) del lounge-bar-disco frequentatissimo tanti anni fa e contestato con la ‘battaglia’ dei decibel dai residenti di Monte Urpinu

Di: Alessandro Congia

Altro che salubri passeggiate o giochi per i bimbi che allietano i pomeriggi di mamma e papà, niente manto erboso curato e piante o palme che fanno ombra d’estate. Macchè, dentro quella terra di nessuno (anzi, no, del Comune di Cagliari), regna ancora (dopo anni ed anni di abbandono), il caos e il degrado perenne. Già, perché chiunque ricorda la vicenda dell’ex Gelateria prima e Pashà e Sesto Senso negli anni a seguire che minavano (secondo la Magistratura cagliaritana), il sonno dei residenti di

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Monte Urpinu, che lottavano e contestavano a suon di esposti e denunce i decibel che provenivano dalle serate danzanti del locale.

Tra i vialetti che conducono alle fortificazioni, erbacce che non danno certo un Belvedere, mentre gli edifici adibiti a zona da ballo, cucina, bancone bar e bagni totalmente devastati dall’azione di ignoti, che in passato hanno devastato gli arredi.

Le vicende 'burrascose'

E’ ben nota a chiunque la vicenda che ha riguardato questa splendida location, gli ultimi fatti in ordine cronologico recitano la battaglia giudiziaria tra i residenti di Monte Urpinu (a valle, tra le strade interne a via della Pineta) e i vecchi gestori privati, che ebbero dal Comune l’affidamento in concessione di quel luogo. Il troppo chiasso, decibel sparati fino a tarda notte avevano reso l’esistenza infelice dei cittadini, tanto che diversi esposti in Procura fecero scattare i controlli del caso da parte delle forze dell’ordine.

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Il

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Sesto Senso, (così si chiamò prima della definitiva serrata), fu infatti oggetto di provvedimenti di natura penale e amministrativa: beghe giudiziarie che gli stessi gestori dovettero affrontare, poi la rescissione della concessione da parte dell’Amministrazione che rientrò in possesso del sito.

Poi, più nulla. Abbandono, degrado, in quella splendida cornice panoramica che oggi appare una cattedrale nel deserto, l’ennesima in città. Vi lasciamo alle tristi immagini delle foto e del video reportage che mostra lo stato dei luoghi: spente le luci e la musica dalla consolle, il deserto.

Le polemiche

“Un vero peccato che uno dei posti più belli e suggestivi di Cagliari, sia in questo stato di incuria – è il commento malinconico del sentinellatore dei rifiuti,

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Valerio Piga, portavoce di Arrosa Collettivo - la città non ha bisogno di opere faraoniche inutili e costose come tunnel sottomarini e funicolari ma di una seria programmazione e recupero degli spazi e luoghi abbandonati,come appunto il belvedere di Monte Urpinu”.

Il luogo

A poche centinaia di metri lineari, il polmone verde con annessi i laghi per le oche, giochi per i bimbi è preso d’assalto da tanti frequentatori per salutari passeggiate e non solo. Privo di sorveglianza, le aree verdi e adibite alle salubri passeggiate sono inesistenti: al loro posto erba secca, sporcizia, coperture divelte, piattaforme e pedane in legno oramai inservibili. Eppure, oltre quel cancello di colore verde, s’intravvede un’area che potrebbe essere invece uno dei luoghi di relax alternativo per tanti cittadini. Tra sterpaglie, strutture in legno semi-smontate e parti di arredi abbandonati, è questa l’attuale “carta di identità” dell’ex locale notturno/gelateria/lounge bar

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“Sesto Senso” (agli albori, denominato “Il Pashà” – Gelateria Belvedere), situato nel cuore di Monte Urpinu.

Oggi quel compendio (che non si comprende ancora perché il Comune non lo rimetta in “sesto” e lo riapra per la fruizione di famigliuole e cittadini), è tristemente abbandonato a se stesso. Le immagini fotografiche e il video lo dimostrano: tra l’altro, è facile accedere al sito da un pertugio lungo la recinzione, da lì a pochi passi, lo sfacelo più totale.

VIDEO

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