Rischio emigrazione per docenti sardi

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29 lug 2015

Sono già decine le persone che si stanno rivolgendo ai sindacati per chiedere consigli e spiegazioni.

Di: Redazione Sardegna Live

Anche gli insegnanti sardi in corsa per i centomila posti della Buona scuola. Ai nastri di partenza circa quattromila docenti che da ieri sono alle prese con la compilazione della domanda che può valere la svolta della loro carriera e della loro vita.

Nel bene (occupazione stabile) e nel male (lontano da casa): bisogna indicare le province di destinazione mettendole (tutte) in ordine di preferenza. Su Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari non ci sono dubbi. Ma poi c'è il resto d'Italia. E lì, per la scelta, i docenti (hanno tempo sino al 14 agosto) stanno seguendo diverse procedure. C'è chi controlla le zone più scoperte. Ma molti stanno compilando la domanda consultando la cartina geografica e la mappa degli aeroporti per individuare le città meglio collegate con l'isola: Bergamo, Milano, Roma sono ai primi posti.

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Sono già decine le persone che si stanno rivolgendo ai sindacati per chiedere consigli e spiegazioni. "Cerchiamo di illustrare la situazione - spiega Tiziana Sanna, segretaria generale Flc-Cgil - con la massima chiarezza. Ci sono tante incognite e raccogliamo tante preoccupazioni. La più ricorrente? Quelle dei docenti 40-50enni con figli e genitori anziani, a volte malati, da assistere. Nei giorni scorsi un'insegnante ci ha sottoposto il problema della figlia malata di leucemia. Ci ha detto: come faccio ad accettare una destinazione lontano da casa?".

Magari all'estremo Nord e o all'estremo Sud: decide, nella temutissima fase B, il sistema informatico a livello nazionale. Le fasi 0 e A vengono infatti organizzate a livello locale. E l'insegnante rimane in Sardegna. Ma nel passaggio successivo, che potrebbe coinvolgere anche oltre 2.000 insegnanti sardi c'è il rischio della cattedra lontano dall'isola. Chi non accetta? Ã fuori: deve cambiare mestiere. C'è infine un altro gruppone legato al destino del potenziamento dell'organico. Ã la fase C. E quella consentirebbe di lavorare vicino a casa. Ma la compilazione della domanda ora viene vista come una scommessa: nessuno al momento del fatico "invia" telematico sa a quale scaglione appartiene. "Sì - spiega la sindacalista - molti scelgono le zone meglio collegate. Ma bisogna essere consapevoli che anche i docenti ad esempio del Sud Italia sceglieranno per lo stesso motivo Roma, Milano o Bergamo". Insomma troppe domande vicino agli aeroporti e minori possibilità di essere chiamati proprio in quelle province. Possono partecipare alla corsa alle cattedre gli insegnanti precari inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento o vincitori del Concorso 2012. C'è un'ulteriore possibilità: non presentare la domanda.

Questo eviterebbe il rischio "emigrazione" e garantirebbe almeno la permanenza nelle graduatorie. Con il rischio - spiegano gli esperti - di non essere più chiamati per le supplenze dal momento che nel frattempo ci saranno in cattedra oltre 100mila maestri e prof in più. Ai precari l'ardua scelta: c'è tempo per pensarci e ripensarci. Ma poi, prima di Ferragosto, bisognerà prendere una decisione.

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