Expo: davanti allo spiedo i maialetti non sono tutti uguali

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22-04-2015

I maialetti potranno andare a Milano, ma solo a certe condizioni. «Il protocollo è rigido ed esclude per definizione di base tutte le aziende che ricadono nella provincia di Nuoro e dell'Ogliastra»,

Di: Redazione Sardegna Live

In occasione dell'Expo di Milano il maialetto sardo sarà certamente uno dei grandi protagonisti nel panorama delle tradizioni gastronomiche mondiali. Dopo mesi di polemiche, legate al blocco totale del prodotto a causa della peste suina, il ministero della Salute e la Regione hanno siglato un'intesa che prevede una deroga speciale concessa per l'esposizione milanese.

LE REGOLE I maialetti potranno andare a Milano, ma solo a certe condizioni. «Il protocollo è rigido ed esclude per definizione di base tutte le aziende che ricadono nella provincia di Nuoro e dell'Ogliastra», spiega il responsabile del Servizio veterinario di sanità animale della Asl di Lanusei, Dino Garau. Gli allevatori esclusi lanciano così un grido d'allarme: «Siamo pronti a chiudere le nostre aziende», dice Stefano Arzu, allevatore di Talana. «Speravamo che l'Expo potesse offrire un rilancio economico anche per le nostre attività, ma dopo aver letto i dettagli della deroga ho capito immediatamente che ancora una volta siamo stati tagliati fuori. La mia azienda è sana, a norma e i controlli dei veterinari vengono svolti regolarmente».

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LA PROTESTA Eppure la trasferta a Milano dovrà restare un sogno nel cassetto. «A causa dei focolai di peste suina accertati nei comuni di Tortolì, Arzana e Urzulei il mio allevamento rientra nella “zona di sorveglianza”, per questo motivo non potrò andare avanti a lungo. Siamo tagliati fuori da ogni possibilità di sviluppo. Per quale motivo stiamo lavorando? Il protocollo sarà pure rigido, ma qualcuno doveva pensare anche alle aziende come le mie che sono perfettamente in regola e nonostante questo risultano imbavagliate». Stefano Arzu è deluso. «Nessuno ci offre un aiuto e in questo modo è facile intuire quale sarà la nostra fine. Con le opportunità offerte dall'Expo si poteva finalmente aprire un interessante spiraglio economico e invece ancora una volta siamo stati tagliati fuori».

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NUOVI FOCOLAI Il responsabile del servizio veterinario Asl, Dino Garau, non crea false illusioni: «Ci dobbiamo togliere dalla testa che gli allevamenti della provincia di Nuoro e dell'Ogliastra possono esportare i maialetti all'Expo, ma la situazione si estende a gran parte del territorio della Sardegna. Basta che in un comune sia stato individuato un focolaio negli ultimi 12 mesi, o che parte del territorio sia stato interessato negli ultimi sei mesi da “zona di protezione” a “zona di sorveglianza” e gli animali non possono essere movimentati». La peste suina non fa sconti a nessuno. «Qualche giorno fa è stato accertato anche nel comune di Sennori, in provincia di Sassari, un nuovo focolaio e quindi è facile immaginare quante aziende vengano tagliate fuori considerato che la striscia di sicurezza è di 10 chilometri. Rimane poco del territorio isolano che potrà garantire l'approvvigionamento all'Expo del nostro maialetto. Anche la macellazione e il trattamento termico avvengono in alcune aziende, due o tre in tutta la Sardegna».

IL PRIMO PACCO Intanto, martedì scorso è stato spedito a Milano il primo maialetto termizzato.

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