Settore tessile della Sardegna centrale in agonia, 800 lavoratori senza sussidi

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07-03-2015

Oltre 800 lavoratori del settore tessile della Sardegna centrale rimarranno senza sussidi (345 hanno perso la mobilità il 31 agosto 2014 e 304 il 31 dicembre scorso) per effetto delle nuove norme nazionali sugli ammortizzatori sociali e a fine 2015 questo numero potrebbe arrivare a superare le mille unità.

Di: Redazione Sardegna Live

Oltre 800 lavoratori del settore tessile della Sardegna centrale rimarranno senza sussidi (345 hanno perso la mobilità il 31 agosto 2014 e 304 il 31 dicembre scorso) per effetto delle nuove norme nazionali sugli ammortizzatori sociali e a fine 2015 questo numero potrebbe arrivare a superare le mille unità.

Servono, quindi, risposte immediate sul fronte delle politiche attive del lavoro, sul fronte dell'accompagnamento alla pensione e sul sostegno sociale alle famiglie in difficoltà, accelerando anche sul progetto futuro di sviluppo dell'area che sta iniziando ad essere disegnato dal tavolo interassessoriale con le organizzazioni sindacali, convocato dalla Giunta, che muoverà i primi passi l'11 marzo.

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A lanciare il grido d'allarme i rappresentanti dei tessili del Nuorese di Cgil, Cisl e Uil, le organizzazioni sindacali confederali regionali, del Consiglio provinciale di Nuoro, dei Comuni di Borore, Macomer, Ottana e Siniscola e i lavoratori che durante una presidio a Cagliari davanti all'assessorato del Lavoro hanno incontrato l'assessore Virginia Mura che ha illustrato loro le iniziative messe in campo dalla Regione la luce dell'ormai imminente scadenza della mobilità in deroga di centinaia di lavoratori.

"Non possiamo essere soddisfatti dell'incontro di oggi - spiega il leader della Cgil sarda, Michele Carrus - perché servono strumenti straordinari per governare la transizione in una situazione tragica che rappresenta solo un pezzo di una vertenza più complessiva di tutta la Sardegna. Serve la ripresa dello sviluppo e capire quale deve essere la forte strategia industriale di questa regione. Inoltre occorre favorire il reimpiego dei lavoratori nei Comuni attraverso i cantieri e accelerare sul piano infrastrutture e sulle opere locali. Finora c'è stato un tamponamento delle falle - aggiunge Carrus - ora attendiamo risposte concrete per superare le difficoltà, perché a chi ha fame non si può chiedere di aspettare la ripresa".

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Secondo Fabio Enne della Cisl, "la situazione è devastante ed è difficile andare avanti se l'assessore ci comunica che non ci sono risorse. Crediamo che serva no progetti di riutilizzo dei lavoratori e un'azione determinata sulle politiche attive del lavoro, su progetti di utilizzo e sul reinserimento lavorativo. Vanno bene i tavoli territoriali - osserva - ma serve un'azione interassessoriale per discutere le proposte per il rilancio".

Per Francesca Ticca, segretario generale della Uil sarda, "non basta l'interlocuzione con l'assessore del Lavoro, che pure sta operando delle scelte importanti, ma serve che questa vertenza della Sardegna Centrale possa trovare ascolto a Roma. Oggi siamo di fronte ad un problema di tenuta sociale perché la situazione è esplosiva dal punto di vista occupazionale - conclude - Non ci può essere la mera attesa del nuovo modello di sviluppo ma occorre mettere subito in campo un intervento di carattere straordinario".

L'assessore Mura ha precisato che "l'attenzione della Giunta è altissima. Nel frattempo qualche piccolo segnale di ripresa si sta manifestando anche nell'economia del Nuorese. A seguito di un'indagine rivolta alle aziende dei settori agroalimentare, della nautica e Ict, per determinare il fabbisogno di manodopera, ben 46 aziende del Nuorese e 10 dell'Ogliastra hanno espresso la disponibilità ad assumere".

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