Un anno fa l'alluvione Cleopatra, quei fondi promessi e mai arrivati

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18-11-2014

Sedotta dalle promesse e poi abbandonata. La Sardegna, un anno dopo Cleopatra, tira ancora una volta le somme e il risultato non è certo confortante. Il 18 novembre 2013, il ciclone mise in ginocchio l'isola uccidendo 19 persone e causando danni in 82 comuni per un totale di 660 milioni di euro di cui appena 185 ne sono stati messi a disposizione per l'inizio dei lavori.

Di: Redazione Sardegna Live

Sedotta dalle promesse e poi abbandonata. La Sardegna, un anno dopo Cleopatra, tira ancora una volta le somme e il risultato non è certo confortante.

Il 18 novembre 2013, il ciclone mise in ginocchio l'isola uccidendo 19 persone e causando danni in 82 comuni per un totale di

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660 milioni di euro di cui appena 185 ne sono stati messi a disposizione per l'inizio dei lavori.

Oggi, il Governatore della Francesco Pigliaru pretende ciò che spetta alla Regione: "Credo sia giunto il momento di chiedere allo Stato come sono state affrontate le varie emergenze che si sono succedute in Italia in questi anni e indipendentemente dalle promesse fatte capire se la Sardegna è stata trattata al pari delle altre regioni. - ha spiegato Pigliaru - I 200 milioni promessi sono assolutamente pochissimi e se gli altri ne avessero presi di più sarebbero ancora di meno. C'è un problema di cifra assoluta e un problema di equità, ma ho bisogno di ragionare su dati seri. Ciononostante siamo determinati per cercare di ottenere quello che è stato promesso."

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Anche l'ex Governatore, Ugo Cappellacci, ha preso la parola in merito "Renzi, come il suo predecessore Letta, non mantiene gli impegni promessi all'indomani dell'alluvione del 2013 e più volte ribaditi durante le passerelle dei ministri e dei sottosegretari. La ricognizione compiuta dal commissario straordinario si è conclusa con una stima di un fabbisogno di oltre 650 milioni di euro. Mentre la Regione si è attivata subito, stanziando 24 milioni prima, poi altri 56 dei Lavori Pubblici ed ulteriori 60 con l'ultima Finanziaria approvata nella scorsa Legislatura, quelle del Governo sono rimaste quasi totalmente parole. Nei 12 mesi trascorsi dai tragici eventi del 2013, Renzi ha governato per nove mesi. Per questo non può pensare di liberarsi con il solito metodo collaudato di dare la colpa a Regioni ed enti locali. Venti anni fa gli attuali amministratori non c'erano, ma forse c'era già qualche burocrate romano e forse sono le stesse persone che con il perverso meccanismo del patto di stabilità bloccano perfino le risorse già stanziate. E' un meccanismo demenziale: coloro i quali non stanziano le risorse o le bloccano poi quando succede qualcosa puntano il dito verso chi ha chiesto invano di poterle utilizzare. Nel frattempo, però - prosegue Cappellacci - il Governo trova i soldi per Roma Capitale e per l'Expò milanese: solo nella legge di stabilità hanno stanziato altri 150 milioni, che vanno ad aggiungersi alle palata di denaro già versate in precedenza".

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E poi Mauro Pili, deputato e leader di Unidos: "La commissione Bilancio ha ammesso l'emendamento sull'alluvione in Sardegna del 18 novembre 2013 inizialmente escluso. E' l'unico presentato e quindi si dovrà votare con una copertura di 100 milioni di euro e l'esclusione dal patto di stabilità di tutte le opere di Regione e Comuni. Potranno essere esclusi dal patto di stabilità anche i fondi provenienti da donazioni. Dopo un anno non servono ordini del giorno inutili ma fatti concreti. In queste ore inizia la battaglia parlamentare sulla legge di stabilità e ognuno si dovrà assumere le proprie pubbliche responsabilità".

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