Aritzo. Vandali nel campetto rinato grazie ai migranti. Il paese solidarizza con i profughi: «Vogliamo l'integrazione»

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02 ott 2014

La comunità di Aritzo si stringe attorno ai 43 profughi che da qualche mese sono ospiti nel paese e condanna senza riserve chi ha cercato di rovinare il loro lavoro, offerto gratuitamente in segno di riconoscenza. Gli stranieri, provenienti dal Ghana, dal Mali e dal Pakistan si sono rimboccati le maniche e in modo assolutamente gratuito hanno voluto sistemare il campetto di calcetto e provvedere alla pulizia del cimitero. Qualche giorno dopo il loro impegno, alcuni individui hanno divelto le porte e le hanno gettate nel fiume vicino.

Di: Redazione Sardegna Live

La comunità di Aritzo si stringe attorno ai 43 profughi che da qualche mese sono ospiti nel paese e condanna senza riserve chi ha cercato di rovinare il loro lavoro, offerto gratuitamente in segno di riconoscenza. Gli stranieri, provenienti dal Ghana, dal Mali e dal Pakistan si sono rimboccati le maniche e in modo assolutamente gratuito hanno voluto sistemare il campetto di calcetto e provvedere alla pulizia del cimitero. Qualche giorno dopo il loro impegno, alcuni individui hanno divelto le porte e le hanno gettate nel fiume vicino.

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Il gesto è stato condannato da tutta la comunità di Aritzo e i profughi, che non si sono persi d'animo, hanno recuperato dal letto del fiume, dopo averlo ripulito, le porte per rimetterle al loro posto, nel campo di calcetto comunale.

INTEGRAZIONE I 43 ragazzi in poco tempo si sono ambientati e integrati con la comunità del centro Sardegna. Sono tutti maschi e il più grande di loro ha 23 anni. Nei loro occhi e nelle loro storie c'è il racconto di una vita difficile alimentata da rinunce e sofferenze.

E ora sognano un lavoro e a una famiglia. «Da 10 anni la nostra struttura alberghiera ospita i migranti - dice Piero Pili, titolare dell'Hotel Castello -. Non mi era mai capitato di accogliere ragazzi così educati, sensibili e generosi. Il loro modo di comportarsi è fuori dal comune. Collaborano e ci danno una mano anche nel riordino delle camere in cui soggiornano».

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IN PRINCIPIO FU THIAM Thiam Pape Malick è un profugo che era stato ospitato qui due anni fa e che ha deciso di trasferirsi con la sua famiglia. Ora, insieme alla sua giovane moglie, assiste un anziano. Il figlio di Thiam è nato in Barbagia e quest'estate, grazie all'impegno del Comune di Aritzo, ha avuto la possibilità di essere ospitato nella scuola dell'infanzia di Belvì.

Il servizio di vigilanza del paese, in collaborazione con i Servizi Sociali e con l'Ufficio tecnico, ha provveduto al trasporto del minore da Aritzo al paese vicino, per andare incontro alle esigenze della famiglia. Queste testimonianze di generosità da parte del paese non sono rimaste inascoltate da Thiam Pape Malick e dai 43 giovani migranti che in segno di gratitudine verso la comunità aritzese hanno voluto impegnarsi per la sistemazione di alcuni spazi comunali.

«In modo assolutamente gratuito - dice Piero Pili - questi giovani si sono messi a disposizione della nostra comunità e non sarà di certo il gesto di qualche malintenzionato a compromettere i nostri rapporti con i migranti».

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