Febbre del Nilo. Virus in rapido aumento nelle ultime settimane: la Sardegna è una delle regioni più colpite

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07 ott 2017

L’ultimo caso si è registrato a Marrubiu

Di: Redazione Sardegna Live

Il Centro Europeo per la Prevenzione e Controllo delle malattie (ECDC) negli ultimi mesi ha tenuto sotto stretto monitoraggio i dati relativi alla pericolosa diffusione del virus conosciuto come “Febbre del Nilo occidentale”.

I CASI IN EUROPA Dall'inizio della stagione di trasmissione del 2017 e fino al 5 ottobre 2017, gli Stati membri dell'Unione Europea e dei paesi confinanti hanno registrato 240 casi: Romania (54 casi), Italia (53), Serbia (45), Grecia (48), Ungheria 19), Israele (17) e Austria (4).

Sono state segnalati 16 morti a causa della febbre del Nilo occidentale: Romania (8 morti), Grecia (5), Ungheria (1), Italia (1) e Serbia (1).

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IN ITALIA Stavolta il campanello d’allarme è suonato anche in altre province italiane. Sono, quindi, 4 sino alla data di oggi, i casi registrati in Italia tra il 28 settembre e il 5 ottobre, di malattia neuro invasiva da West Nile virus, verificati in particolare in tre regioni oltre la Sardegna: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

LA SARDEGNA L’ultimo caso, proprio in Sardegna, si è registrato a Marrubiu, dove una donna di 81 anni è stata colpita dal virus solo qualche settimana fa. Per fortuna, dopo aver trascorso 15 giorni all’ospedale ora è fuori pericolo. Nella sola provincia di Oristano questo è il quarto caso che si registra dopo quelli di San Vero Milis, Nurachi e Tiria. Il sindaco di Marrubiu, Andrea Santucciu, ha disposto una profilassi e per questo motivo martedì prossimo le scuole rimarranno chiuse per la disinfestazione.

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IN ITALIA Questi sono i dati ufficiali confermati dal servizio di sorveglianza del Centro nazionale di epidemiologia e dell'Istituto superiore di sanità. Il 55% dei casi riguarda uomini con un'età media di 64 anni. Mentre a Ferrara è morto il 26 agosto scorso l’anziano colpito dalla West Nile. L'uomo di Pieve di Cento, aveva 78 anni ed era stato punto da una zanzara. Dall’11 agosto era ricoverato all’ospedale di Cona.

LE RACCOMANDAZIONI Si ricorda, a tal proposito che gli indici segnalati sono rappresentati da febbre moderata dopo pochi giorni di incubazione, che dura da tre a sei giorni, accompagnata da malessere generalizzato, anoressia, nausea, mal di testa, dolore oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari), tosse, eruzioni cutanee, diarrea, linfadenopatia e difficoltà a respirare. In meno del 15% dei casi, negli anziani e nei soggetti più deboli, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche quali meningite o encefalite.

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Non esistono al momento vaccini o trattamenti specifici, vengono di norma usati farmaci per alleviare la sintomatologia tipica della malattia. É, peraltro, importante sottolineare che l'ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ogni settimana pubblica un rapporto informativo sulla febbre del Nilo occidentale che comprende mappe della attuale distribuzione geografica dei casi autoctoni umani nell'UE e nei paesi limitrofi, tra cui un confronto con i dati precedenti, un aggiornamento della situazione e una tabella del numero di casi di paese e zona.

E' pubblicato sul sito dell’istituzione europea ogni venerdì pomeriggio. L'obiettivo del progetto è quello di informare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della salute delle aree nelle quali risulta possibile il contagio del virus del Nilo occidentale agli esseri umani al fine di sostenere la loro attuazione della normativa sulla sicurezza della salute.

Secondo la normativa europea sulla sicurezza della salute, gli Stati membri devono avviare misure di controllo per assicurare la sicurezza in caso di casi di febbre del Nilo occidentale. Una sfida importante per l'attuazione del presente regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.

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