Halloween? No grazie! In Sardegna zucche e frutta secca per “is animeddas”

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31 ott 2017

La celebrazione della vigilia di Ognissanti, soprattutto nelle zone interne, cambia nome da nord a sud, ma è nella sostanza sempre la stessa

Di: AdnKronos

Gli adulti ricordano i cari estinti con una cena frugale, raccogliendosi poi intorno al focolare domestico per rievocare il passato e leggende legate alle tradizioni paesane. Al calar della notte si lasciava la tavola apparecchiata per i morti e in alcune zone anche le credenze restano aperte affinché al loro arrivo gli antenati possano nutrirsi a loro piacere.

Anche le zucche non sono esclusive di Halloween. In Sardegna infatti venivano intagliate a rappresentare esseri spettrali, per far divertire e spaventare i bambini e si accendevano le lampade ad olio (lantias), una per ogni defunto di famiglia, per consentire ai defunti di trovare l'uscio della loro casa.

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La tradizione tiene banco anche ad Halloween in Sardegna. La celebrazione della vigilia di Ognissanti, soprattutto nelle zone interne, cambia nome da nord a sud, ma è nella sostanza sempre la stessa: 'Is Animeddas' nel Sud dell'Isola, 'Su Mortu Mortu' nei paesi della Barabagia e a Nuoro, con varianti ancora più specifiche da paese a paese, come 'Su Prugadoriu' a Seui, tra la Barbagia e il Mandrolisai, al centro dell'isola.

Le analogie tra la commemorazione dei defunti in Sardegna e la festa americana di Halloween però sono tante. A cominciare dall'origine della ricorrenza: nella notte di Samhain, quando i Celti festeggiavano la fine dell'estate, il 1 novembre, si onoravano gli antenati e intorno al fuoco si ricordavano le gesta dei familiari morti e si credeva che le anime dei cari arrivassero a fare visita alle loro vecchie case e per questo si lasciava loro del cibo e i bambini andavano a chiederlo in dono.

Così è anche in Sardegna. Ma la domanda che fanno i bambini vestiti da fantasmi nella questua per i defunti non è 'dolcetto o scherzetto', ma 'mi dhu ona pro su bene de sas animas de su prugadoriu?', ''me lo dai un dono per il bene delle anime del purgatorio?'' e le famiglie offrono ''po is animas' (per le anime) frutta secca, noci, nocciole, castagne, fichi secchi e i più generosi qualche moneta.

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