Le guardie giurate degli ospedali di Alghero: "Siamo senza stipendio, qualcuno ci aiuti"

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09 dic 2017

I lavoratori del Gruppo Secur, guardie giurate degli ospedali Marino e Civile di Alghero, denunciano una situazione insostenibile che andrebbe avanti da mesi

Di: Redazione Sardegna Live

I lavoratori del Gruppo Secur, guardie giurate degli ospedali Marino e Civile di Alghero, denunciano una situazione insostenibile che va avanti da mesi.

Quello che emerge dal racconto dai lavoratori è un succedersi di vicende ed eventi che traccerebbero il percorso di un'esperienza professionale mortificante e insostenibile. "La nostra odissea – raccontano inizia nel 2014, quando, a causa di alcuni problemi della nostra vecchia azienda, la Europol Service, iniziano ad arrivare gli stipendi a singhiozzo. Iniziamo a capire che la situazione va male quando scopriamo che i colleghi che hanno deciso di versare il TFR su fondo privato non hanno ricevuto i versamenti da alcuni anni. Riceviamo acconti di stipendio per qualche mese e, alla fine, restiamo per 3 mesi senza. La società decide di vendere il ramo d'azienda, compreso dei debiti nei confronti dei dipendenti. A fine settembre 2015 viene acquista la Sardinia General Service. Iniziamo male: turnazione comunicata giorno per giorno, divise che non arrivano e la data del primo stipendio che salta. Niente soldi".

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Prosegue il racconto: "L'azienda che doveva risolvere il problema, lo peggiora: non sappiamo come organizzare la nostra vita perché non abbiamo il turno, se non il pomeriggio prima, e non sappiamo quando arriva lo stipendio. Ci compriamo qualche felpa blu perché l'azienda ci da un solo cambio. Siamo costretti a mettere il velcro per attaccare da una felpa all'altra l'unico ricamo del simbolo dell'azienda che ci viene fornito. Ci dobbiamo comprare gli anfibi. Arranchiamo, mese dopo mese, finché arriva Novembre 2016: l’azienda è sull'orlo del fallimento ed entra in concordato con il tribunale".

La ricostruzione dei lavoratori è drammatica e si trascina in un avvitarsi di incertezze e problemi. "La situazione non accenna a migliorarsi Passiamo 6 mesi con acconti di stipendi e, a tutt'oggi, vantiamo ancora dei crediti che non hanno saldato. I TFR da versare ai fondi privati sono ancora inesistenti. La SGS mette in affitto l'azienda che viene acquisita dalla ditta Gruppo Secur spa che prende in carico anche i TFR arretrati, è il maggio 2017. Oggi, a pochi giorni dal Natale, ci troviamo ancora nelle stesse condizioni: stipendi che non arrivano, turni dati giorno per giorno, riposi saltati, ferie negate, divise mai arrivate (stiamo lavorando con le vecchie divise dell'azienda precedente). La giustificazione è sempre la stessa: gli enti a cui forniamo i servizi (ASL e AOU) non pagano in tempo le fatture".

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I dipendenti della Secur protestano: "Non vogliamo entrare nel merito dei motivi per cui queste fatture non vengano liquidate perché non ne siamo a conoscenza. Non deve essere un problema del lavoratore che, nonostante tutto, ha avuto pazienza, comprensione e collaborazione nei confronti delle aziende che si sono susseguite. Continuiamo ad andare a lavorare e ad assicurare la nostra professionalità. Gli stipendi assicurati dal nostro contratto , 930 euro lordi la paga base, non ci permettono di mettere via un fondo per le emergenze e anche un solo giorno di ritardo ci fa cadere nella disperazione. Siamo padri di famiglia che sono costretti a chiedere i 20 euro in prestito ai genitori, per assicurare un piatto caldo ai nostri figli, siamo persone che devono pagare le bollette e la scusa che usano con noi con l'Enel o con la banca non funzionano: se andiamo a dire che non ci hanno pagato, more ed interessi li vogliono lo stesso, siamo lavoratori che spendono gli ultimi spiccioli per mettere la benzina all'auto per poter andare a lavorare nonostante tutto".

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E infine l'appello: "Oggi siamo qui per cercare un po' di solidarietà e un aiuto. La burocrazia che occorre per risolvere la situazione, seguendo le giuste procedure, richiede tempo che non abbiamo. L'azienda ci nega anche il sacrosanto diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni, boicottando la nostra pacifica manifestazione di disagio strappando e portando via gli striscioni che abbiamo esposto".

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