"Mia madre maltrattata durante la gastroscopia". La risposta del responsabile del reparto di Chirurgia endoscopica

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13 dic 2017

Il responsabile del reparto di Chirurgia endoscopica commenta la vicenda

Di: Redazione Sardegna Live

"Mia madre trattata come se fosse un animale. Non è stata quasi sedata e siccome si muoveva molto mentre le infilavano in gola il tubo, 2 infermieri l’hanno tenuta talmente stretta e ferma sul lettino che ora ha dolori forti al petto, alle spalle e al braccio su cui era appoggiata".

La denuncia arriva da una donna di Cagliari che ha allegato allo sfogo alcune foto della madre con i capillari attorno agli occhi spezzati. A causare l'emorragia sarebbe stata una gastroscopia eseguita al Policlinico Universitario di Monserrato.

Prosegue la donna: "Ha sofferto talmente tanto di conati di vomito che le sono scoppiati i capillari degli occhi e non solo, come si vede dalle foto. Non una scusa, ma un atteggiamento di strafottenza e grande maleducazione generale. Complimenti alla scuola universitaria che istruisce così i propri allievi medici. Spargete pure la voce”.

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Puntuale, dopo le dure parole, è arrivata la risposta di Giuseppe D'Alia, responsabile del reparto di Chirurgia endoscopica del Policlinico di Monserrato.

"La signora è stata sottoposta alla gastroscopia in sedazione cosciente con un uso di farmaci che vengono somministrati a tutti i pazienti sottoposti a questo tipo di indagine. Purtroppo il problema dei conati di vomito, che è un evento assolutamente frequente in questi casi, in questa occasione ha causato delle emorragie sottocongiuntivali. Dopo la gastroscopia la signora è stata assistita perché ha avvertito dei dolori, quando è stata in grado di abbandonare il reparto è andata via".

Prosegue D'Alia: "Tutto quello che è successo dal punto di vista mediatico non è stato bello. Mi dispiace molto per la signora, ma da lì a dire che sia stata sottoposta a dei maltrattamenti no. Lo nego. Ero presente ed escludo che sia stata trattenuta dagli infermieri. Non è stata esercitata alcuna pressione sulla signora tale da farla star male. Ha avuto delle emorragie, ma questo è stato osservato anche da me parlando con la signora e la figlia. Può capitare in questi casi, fortunatamente non è frequente ma capita. Ho tutta l'empatia del caso nei confronti della signora e confermo che ha ricevuto tutta l'assistenza di cui necessitava".

"Mi dispiace – conclude D'Alia per la collega che è stata oggetto di aggressioni brutali. Ognuno di noi ha tutti i diritti di rivolgersi a un centro di relazioni per il pubblico, ai carabinieri per fare un esposto, ad un avvocato per denunciare maltrattamenti. Ma linciare una persona via media non lo digerisco. Son venute fuori certe parole che davvero non si possono accettare".

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