Crisi idrica in nel Nord Sardegna. Salvatore Masia: «Siamo a febbraio e la situazione è già drammatica».
Il primo cittadino: «allo stato attuale non possiamo garantire l’acqua potabile»
Di: Antonio Caria
L’anno appena trascorso sarà ricordato come uno dei più siccitosi della storia. La prolungata assenza di precipitazioni ha messo a dura prova molti paesi della Sardegna. A essere messe a dura prova sono state, soprattutto, le aziende agricole che si sono trovate di fronte a dover sopperire in qualche modo alla mancanza di fieno e acqua per approvvigionare il bestiame.
Anche nel Nord Sardegna la siccità ha causato enormi difficoltà. In occasione di due riunioni pubbliche, il Sindaco di Cheremule e presidente dell’Unione dei Comuni del Meilogu, Salvatore Masia, ha rimarcato come ha dovuto chiedere l’intervento della Protezione Civile per ridurre, al minimo, i disagi ai cittadini.
Con una deliberazione dello scorso 1 agosto, la stessa Unione aveva deliberato per lo stanziamento di un fondo straordinario pari a 610mila euro. Tra le attività previste, la ricerca idrica e il potenziamento degli acquedotti rurali. Siamo al 25 gennaio e ancora il problema “Siccità” è ancora al centro dell’agenda politica.
Nella giornata di ieri si è tenuta ad Abbasanta e, precisamente, a Tanca Regia, una tavola rotonda dal titolo "Acqua e siccità: gestione e governo della risorsa idrica”. a margine di questo incontro, Masia ha voluto esternare un suo pensiero attraverso il suo profilo Facebook.
Nel suo post, il primo cittadino di Cheremule ha posto l’accento sul fatto che
Un grido di allarme, il suo: «allo stato attuale non possiamo neanche garantire l’acqua potabile. Il 2017 ha registrato precipitazioni pari al 3% della frequenza sull' intera serie storica del secolo cioè la siccità più seria degli ultimi 98 anni».
Un accenno all’anno appena iniziato: «Il 2018 per ora sembra peggio del 2017, non solo non ha consentito di ricostituire scorte di acqua ma sta intaccando anche le scorte presenti in alcuni bacini. Nel resto della Sardegna non stanno meglio. Siamo a febbraio e la situazione è già drammatica».