I farmacisti senza sede consegnano le schede elettorali al Presidente Mattarella

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23-02-2018

Il Comitato Idonei Concorso Farmacie ha deciso di inasprire la lotta per ottenere l’assegnazione delle nuove attività

Di: Antonio Caria

Così come avevano preannunciato nei giorni scorsi, il Comitato Idonei Concorso Farmacie ha deciso attuare una nuova clamorosa azione di protesta: la consegna delle schede elettorali al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Stanchi dopo sei anni di attesa, i membri del Comitato non mollano la presa e denunciano la violazione dell’articolo 4 della Costituzione, secondo il quale “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Diritti che, a loro modo di vedere, la Regione starebbe reiteratamente negando.

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Lo scorso 16 febbraio, il nutrito gruppo di farmacisti aveva manifestato di fronte alla sede dell’assessorato regionale alla Sanità, dove il direttore generale e alcuni funzionari avevano elargito ampie rassicurazioni sulla pubblicazione dell’interpello per la fine di marzo.

Ma a fare andare su tutte le furie gli stessi sono state le successive dichiarazioni a mezzo stampa dell’assessore Luigi Arru, che ha attribuito la causa dei ritardi della macchina burocratica regionale ai tredici ricorsi effettuati dai rurali sul calcolo dei punteggi in graduatoria.

La risposta del Comitato non si è fatta attendere: «i ricorsi hanno interessato solo circa otto mesi dei sei anni del concorso. Arru dovrebbe chiarire perché si rimarca tanto la vittoria della sua amministrazione al Tar ma non il fatto che la stessa non ha ancora applicato le relative sentenze a partire da agosto 2017. Mai nessuna sospensiva neanche in precedenza era stata data dal tribunale amministrativo, stessa situazione dicasi per il ricorso in secondo grado».

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Animi esasperati, quindi, anche per via del raffronto con le altre regioni italiane, tipo la Sicilia: «dove, nonostante i ricorsi in atto, si è proceduto con il primo interpello il 20 agosto 2017».

C’è anche un altro punto considerato inspiegabile: «Quello degli adempimenti pre-interpello: gli stessi menzionati dall’assessore nel suo comunicato venivano raccontati dai suoi collaboratori almeno quattro mesi fa – sostengono i delegati del coordinamento –. Qual è la difficoltà nel portarli a termine? Non volere o non potere?».

Dati alla mano, la Sardegna, nonostante sia una Regione a statuto speciale, sembra essere davvero in fondo alla classifica nell'espletamento del concorso straordinario: in Piemonte si è arrivati già al quarto interpello; in Liguria al terzo, così come in Puglia e in Emilia Romagna; in Veneto il primo interpello risale al 2016; in Lazio, Lombardia e Sicilia al 2017. Nell’isola, nonostante i ricorsi al TAR siano stati presentati nel periodo febbraio-aprile 2017, c’è ancora da attendere.

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I farmacisti si appellano ora alla sensibilità del presidente Mattarella, che sarà in Sardegna il 26 febbraio, affinché possa sollecitare l’accelerazione delle procedure. Per ora l’intenzione è quella di rinunciare volontariamente al voto, sia il 4 marzo che in tutte le sessioni elettorali successive.

«In questa forma di protesta pacifica nel rispetto della legge – dicono i portavoce – auspichiamo di avere la vicinanza e la solidarietà da parte non solo della categoria dei farmacisti, ma anche quella di tutti i cittadini italiani e delle forze politiche, visto che riguarda uno dei diritti fondamentali della Costituzione calpestati dalle lungaggini burocratiche delle amministrazioni pubbliche».

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