Hydrocontrol, la scandalosa situazione nella struttura della Regione

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09 giu 2018

Il sindaco di Capoterra Francesco Dessì chiese agli uffici regionali di poter avere in affidamento gli edifici abbandonati per le associazioni di volontariato locali, ma tutto tace. Guardate il VIDEO

Di: Alessandro Congia

Curriculum di centinaia di laureati? Sparsi in mezzo a migliaia di altrettante carte intestate, progetti, bilanci, grafici, statistiche, di tutto e di più. Ci sono faldoni di dati e documentazione sensibili che non dovrebbero certamente stare li dentro, alla mercé di chiunque. Eppure ci stanno, da anni, buttati come fossero in mezzo ad una discarica a cielo aperto.

Soldi pubblici buttati all’aria, edifici vandalizzati da chiunque abbia necessità di recuperare e vendere nel mercato nero attrezzature smontate nel silenzio totale, controsoffitti distrutti, cavi in rame rubati, vetri frantumati, scaffali e armadi ancora pieni di archivi di documentazione varia della Regione Sardegna, in ogni ambiente tra i vari uffici, il disastro totale in un contesto di totale sfacelo.

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Rio San Girolamo, Capoterra. Struttura pubblica abbandonata, un tempo ospitava il quartier generale della Hydrocontrol, (centro di ricerca e formazione per il controllo dei sistemi idrici in Sardegna), ma a distanza oltre 10 anni dalla sua definitiva chiusura, gli edifici mostrano i segni del tempo, della totale vandalizzazione da parte di ignoti.

Nulla è stato salvato, una cattedrale nel deserto in piena regola, con tanto di denaro pubblico utilizzato: per cercare di salvare la società dal fallimento, nel 2007 la Regione investì circa 800mila euro, ma a distanza di poco tempo, la Hydrocontrol venne messa in liquidazione. Questa è l’esatta situazione che si presenta agli occhi dei più, un autentico pugno sullo stomaco non solo per i cittadini capoterresi: che dire, le immagini si commentano da sole, inutile dire che le cose qui andrebbero risolte alla radice, ma siamo ancora lontani da un estremo atto conclusivo dell’intera vicenda.

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IL SINDACO DI CAPOTERRA. Dal canto suo il primo cittadino Francesco Dessì cercò invano di adoperarsi per recuperare quel compendio ormai lasciato nell’oscurità e nel silenzio inspiegabile: “La Regione lo dia al Comune – disse Dessì – perché a Capoterra ci sono numerose associazioni di volontariato che potrebbero fruire di quegli spazi, l’Avis, la Protezione Civile e tanti altri soggetti che fanno del bene alla comunità e a chi davvero ha bisogno. Quel disastro i capoterresi non lo meritano”.

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