Furto provette Dna centenari: concluse le indagini preliminari, 21 gli indagati
L'attività investigativa era iniziata nell'agosto del 2016
Di: Redazione Sardegna Live
Nei giorni scorsi, la Procura della repubblica di Lanusei, nell'ambito dell'attività investigativa scaturita dal furto delle provette dai locali del parco genetico dell’Ogliastra, a Perdasdefogu, ha emesso l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 21 persone indagate a vario titolo per i reati di furto, peculato, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché illecita trattazione dei dati sensibili.
L'attività investigativa era iniziata nell'agosto del 2016, immediatamente dopo la denuncia di furto da parte di una dipendente di Genos che aveva permesso agli
Nel corso dei primi serrati ed accurati accertamenti, i carabinieri del N.O.R.M.
Per 40 di essi la posizione penale era stata successivamente archiviata per sopraggiunta prescrizione dei reati, dovuta alla decorrenza dei termini dalla loro commissione.
Le condotte illecite ravvisate sono differenti per i 21 indagati, hanno specificato i Carabinieri, i quali sottolineano che dovrà rispondere del reato di furto il professor Mario Pirastu, poiché in concorso con una sua collaboratrice, Simona Vaccargiu, si era impossessato delle provette contenenti materiale biologico, sottraendole dalla struttura del parco genetico dell’Ogliastra, e dei reati previsti agli artt.
Il prof. Maurizio Fossarello, primario presso la clinica oculistica A.O.U., dovrà rispondere dell'art. 314 c.p. (peculato), per aver concesso degli ambienti della clinica oculistica da adibire a laboratorio, a titolo di amicizia e in assenza di una convenzione specifica tra l'azienda ospedaliera universitaria e il C.N.R., a uso e consumo del prof. Pirastu.
I presidenti e consiglieri del consiglio di amministrazione della società Genos (Valter Vittorio Mura, Maurizio Caddeo, Franco Tegas, Mariano Carta, Piergiorgio Lorrai, Ercole Periono) sono indagati per per aver illecitamente trattato dati personali, avendo omesso di adottare le misure minime previste
L'amministratore unico di Longevia dal 5.07.2016, dott. Tiziano Lazzaretti, è
I presidenti e i consiglieri della Shar.dna (Angelini Barbara, Longo Alessandro, Santoro Gianluca Roberto, Squinzi Maurizia, Valsecchi Mario, Galletta Gian Luigi), sono indagati solamente per i reati previsti dagli artt. 167 e 170 del decreto legislativo nr. 196 del 30.06.2003.
A seguito degli accertamenti scaturiti dai sequestri dello scorso 29 gennaio 2018 presso l’istituto di Genetica e Biomedica di Sassari e la sede del C.N.R. di Roma, venivano iscritti nel registro degli indagati anche i presidenti pro tempore del C.N.R. dal 2011 ad oggi (Maiani Luciano, Profumo Francesco e Inguscio Massimo) e il direttore dell’istituto di Genetica e Biomedica del CNR di Cagliari (Cucca Francesco) per il reato di cui all'art. 167 del d.lgs n.196 del 30.06.2003 per aver, in qualità della carica ricoperta, illecitamente trattato dati personali, consistenti in un database contenente dati genealogici e clinici della popolazione, comprensivo anche di persone che non avevano prestato alcun consenso.
Renato Macciotta, curatore fallimentare della societa' Shar.dna, a seguito dell'esame della documentazione sequestrata, è stato iscritto tra gli indagati per i reati degli artt. 476 (falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) e 361 c.p. (omessa denuncia di reato da parte di p.u.).