Finisce fra urla e spintoni l'assemblea regionale del Pd per eleggere il nuovo segretario

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09 lug 2018

Adesso il partito rischia il commissariamento da parte dei vertici romani

Di: Redazione Sardegna Live

Ha rischiato di finire in rissa l'assemblea regionale del Pd. Non ha prodotto risultati l’ennesima riunione convocata ad Abbasanta per decidere il nuovo leader dei dem in Sardegna dopo le dimissioni del senatore Giuseppe Luigi Cucca.

Le tensioni causate dalla divisione tra le correnti del partito sarebbero esplose nei primi tre quarti d'ora dell’incontro, quando si è trattato di verificare il numero legale. Secondo quanto trapelato, l'eurodeputato Renato Soru (sua la componente soriana) e l'ex senatore Silvio Lai (area Popolari-Riformisti) si sarebbero affrontati duramente fra urla e spintoni. Ma ad andare vicinissimi al contatto vero e proprio sono stati lo stesso Soru e l'ex parlamentare Siro Marroccu.

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Dopo una lunga procedura di identificazione dei partecipati aventi diritto di voto, resa difficoltosa da spintoni e duri faccia a faccia tra l'area di Renato Soru e i Popolari-riformisti di Fadda-Cabras, la presidente dell'assemblea Laura Pulga si sarebbe vista costretta ad annunciare la mancanza del numero legale sciogliendo così la riunione.

Era necessario che si registrassero 81 presenti, ma quelli contati contati dalla presidente sarebbero stati appena 78. Così, trenta giorni dopo le dimissioni di Cucca, il Pd sardo non ha ancora individuato un leader capace di placare polemiche e contrasti. “Se entro trenta giorni non si elegge il nuovo segretario – spiega Renato Soru all’Ansa – il partito nazionale nominerà un commissario e al più presto si farà il nuovo congresso. Quindi da oggi parte il processo congressuale delle primarie".

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L'eurodeputato commenta quanto accaduto all'assemblea regionale del Pd: "Certo lo spettacolo di oggi non è stato edificante. Non si capisce per quale motivo questi vecchi dirigenti del Pd hanno così paura di dare la parola agli elettori, simpatizzanti e militanti del partito. Non si capisce per quale motivo qualunque cosa succeda anche davanti a un crollo, anche davanti a un distacco dall'opinione pubblica, anche davanti a dei mutamenti culturali importanti in Italia, in Sardegna l'unica cosa che conta è continuare a controllare questo partito. Penso, invece, che alla fine ci sia una base solida di tante persone che vogliono fare politica, che guardano alla politica con rispetto e che magari sono stanchi ed anche estremamente amareggiati, come di fatto lo sono anch'io, ma che vogliono continuare a guardare la politica fuori dalle tribù, fuori dagli schemi di potere e fuori dalle cristallizzazioni del passato".

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Soru auspica inoltre che la giornata di oggi, dove è risultata "evidente la frattura", possa essere anche il momento di "ripartenza con persone nuove, senza padroni di questo partito perchè questo non è un partito padronale è un partito che appartiene a chi lo vota".

L’assemblea regionale del Pd è stata aggiornata a venerdì 13 per eleggere il nuovo segretario in Sardegna, con le candidature entro le 20 di giovedì 12.

Dura presa di posizione dei riformisti, convinti che la maggioranza ‘negata’ dalla presidente Pulga sia stata in realtà raggiunta oggi ad Abbasanta.

Un "inaccettabile e irregolare comportamento della presidente – spiega l'ex senatore Silvio Lai – che dopo soli 55 minuti ha chiuso la riunione e non ha aperto il seggio con 79 delegati presenti e altri che avevano annunciato la presenza, dimostrando di non essere più in grado di svolgere il suo compito di garanzia". Da qui l'auspicio perché Laura Pulga rimetta il suo mandato. Lasciando l'assemblea, Lai ha commentato: "Soru sta rubando il futuro al Pd sardo dopo che questo partito gli ha dato tanto".

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