Incontro pubblico sulle pratiche e le tradizioni rurali. Cristiano Erriu: «Gli incontri con le comunità ci aiuteranno a scrivere il Ppr delle zone interne»

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23 lug 2018

Di: Antonio Caria

Si è svolto questa mattina, presso il Centro sociale di Florinas, il primo incontro pubblico sulle pratiche e le tradizioni rurali al quale ha preso parte l’Assessore all’Urbanistica della Regione Sardegna, Cristiano Erriu.

I paesaggi rurali sono oggetto di particolare attenzione per l’importanza che ricoprono a livello identitario, ambientale, culturale, storico e produttivo. Il progetto di ricerca è stato avviato dall’Assessorato dell’Urbanistica nel 2014.

«Questo incontro, come quelli che seguiranno nei prossimi mesi, – ha dichiarato Erriu – è molto utile perché ci aiuterà a definire le modalità utili all’estensione del Piano paesaggistico regionale delle zone interne. In un’ottica di partecipazione attiva delle comunità rurali di tutta la Sardegna, questi appuntamenti servono a definire gli ambiti, i paesaggi rurali storici, le regole di governo dei corridoi vallivi e di tutto il territorio isolano. Regole di questo tipo non possono essere calate dall’alto, ecco perché risulta importante il coinvolgimento di esperti e cittadini. È un buon lavoro che portiamo avanti da un paio d’anni e che produrrà risultati concreti a brevissimo».

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Tanti gli esempi di paesaggi: dai terrazzamenti, tipo quelli di Jerzu, al sistema degli orti peri-urbani, dai campi aperti (Trexenta, Marmilla e Nurra) alle terre delle bonifiche e delle riforme agrarie (Alghero, Arborea e Castiadas i più conosciuti), senza trascurare le grandi estensioni di oliveti e vigneti.

Per l’Assessore, questi «Sono luoghi rappresentativi della Sardegna, nei quali in modo unico si esplica, nello spazio e nel tempo, la combinazione di aspetti paesaggistici, storici, sociali, economici ed ambientali».

La ricerca vede la collaborazione tra le strutture regionali, impegnate nella attività di pianificazione paesaggistica, l’Osservatorio del paesaggio, gli Atenei di Cagliari (Dipartimenti di Ingegneria Civile, Ambientale ed Architettura e di Scienze Sociali e delle Istituzioni) e Sassari (Dipartimenti di Agraria, di Scienze della Natura e del Territorio e di Architettura, Design e Urbanistica), l’Istituto Superiore Regionale Etnografico.

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Un contributo è stato fornito anche dall’Agenzia regionale Forestas per lo sviluppo del territorio e l'ambiente della Sardegna mentre All’Anci è affidato il processo partecipativo delle comunità locali alla ricerca.

Ma per Erriu, un ruolo attivo può essere svolto anche dai cittadini, «Soprattutto quelli che custodiscono la memoria storica, che possono offrire un grande contributo di idee e proposte, per esempio attraverso l’individuazione dei paesaggi rurali con caratteristiche storiche importanti da preservare, tutelare e valorizzare».

«Naturalmente – ha concluso – tutto questo può essere fatto se, oltre a uno studio attento del territorio, c’è anche una presenza attiva proprio a testimonianza dell’importanza di questi valori paesaggistici delle zone interne, che fanno bella la Sardegna e la caratterizzano agli occhi dei visitatori». Il prossimo appuntamento è per il 30 luglio a Macomer.

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