Carcere di Uta. Aumenta la peoccupazione per la salute di un detenuto

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21 ago 2018

"L'uomo più volte ricoverato per individuare e risolvere la problematica, ha necessità di un intervento gestibile solo in ambito ospedaliero."

Di: Redazione Sardegna Live

La presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” Maria Grazia Caligaris, dopo aver segnalato il caso del cagliaritano C.T. di 58 anni, detenuto nel carcere di Cagliari-Uta, dando voce alle preoccupazioni e alle ansie della famiglia, ha dichiarato che “l’impossibilità di gestire il grave disturbo respiratorio all’interno del Centro Clinico della Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Cagliari-Uta ha indotto i Medici a dichiarare l’incompatibilità per il detenuto. Secondo i Sanitari, che hanno segnalato il caso alla Magistratura di Sorveglianza, l’uomo, più volte ricoverato per individuare e risolvere la problematica, ha necessità di un intervento gestibile solo in ambito ospedaliero”.

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“Sorprende – sottolinea Caligaris – che la struttura ospedaliera a cui è stato mandato il paziente privato della libertà non abbia da subito disposto un ricovero per programmare l’intervento anche in considerazione dell’esito della TAC. L’ultimo esame infatti ha escluso una neoplasia ma ha evidenziato una cisti purulenta che per poter trovare una positiva soluzione deve essere drenata. Il paziente detenuto infatti da alcuni mesi soffre, quasi senza tregua, di una tosse stizzosa che gli impedisce di riposare”.

“Le preoccupazioni dei familiari – sottolinea la presidente di SDR – sono accresciute anche in seguito alla consistente perdita di peso solo in parte compatibile con un normale disturbo broncopolmonare. Del resto anche l’impiego massiccio di antibiotici non ha sortito i risultati sperati. I Medici della struttura penitenziaria hanno quindi deciso di effettuare una serie di analisi pneumologiche. L’ultimo risultato è stato inequivocabile determinando la decisione di un ulteriore ricovero ma in condizioni di incompatibilità detentiva. L’auspicio è che al più presto si possa fare l’intervento per rimuovere la cisti purulenta e procedere con le cure più adeguate in Ospedale. Solo così si potrà restituire piena serenità al detenuto e ai suoi familiari”.

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