Maria Grazia Caligaris: “Troppi detenuti con disagio psichico dietro le sbarre a Uta”

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15 set 2018

"L’ennesimo episodio, che ha avuto come protagonista un detenuto magrebino, richiama la necessità di maggiore attenzione verso l’organizzazione interna dell’Istituto”

Di: Alessandro Congia

“Nella Casa Circondariale di Cagliari, ubicata nell’area industriale afferente al Comune di Uta, a circa23 chilometridal capoluogo, esiste un’emergenza quotidiana dovuta alla eccessiva presenza di cittadini privati della libertà con problematiche legate alla droga e a disturbi psichici. Ciò determina una condizione di costante tensione che sempre più spesso sfocia in gravi atti di autolesionismo da parte dei detenuti a cui né i Sanitari né gli Agenti, entrambi peraltro in numero insufficiente, possono dare risposta. L’ennesimo episodio, che ha avuto ieri come protagonista un detenuto magrebino, richiama la necessità di maggiore attenzione verso l’organizzazione interna dell’Istituto”.

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Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso di un nuovo grave episodio di autolesionismo che ha tenuto in scacco per diverso tempo agenti e sanitari del carcere.

“La professionalità degli Agenti in servizio, della responsabile della Sicurezza dell’Istituto e dei Medici – afferma Caligaris – hanno impedito alla delicata situazione di degenerare. Resta tuttavia il fatto che la struttura penitenziaria non può vivere costantemente in stato di emergenza laddove il numero dei detenuti con gravi disturbi psichici risulta ingestibile all’interno di un Istituto penitenziario. Occorre quindi intervenire su più piani. Innanzitutto è necessario attivare Case Famiglia protette affinché chi deve scontare una pena, ma ha problemi comportamentali, possa farlo senza compiere atti autolesivi che spesso coinvolgono chi è responsabile della sua incolumità. Esiste però l’urgenza di garantire anche un numero di psichiatri e psicologi adeguato al servizio. Attualmente infatti risultano insufficienti anche perché è in costante aumento il numero dei casi problematici e le attività trattamentali sono ridotte ”.

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“La realtà detentiva cagliaritana – sostiene ancora la presidente di Sdr – appare ancora più complessa delle altre perché nell’Istituto viene effettuata anche l’osservazione psichiatrica dei detenuti. Non si tratta dunque di sospendere la sorveglianza dinamica ma di offrire differenti opportunità di impiego ai detenuti per rendere la convivenza meno pesante evitando di sostare troppe ore nell’ozio. E’ necessaria insomma una maggiore attenzione da parte delle Istituzioni garantendo il rispetto dei diritti di tutti. Di chi lavora ma anche di chi ha sbagliato e scontando la pena vuole ritrovare una speranza di riscatto sociale”.

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