Lettera aperta del parroco di Ghilarza alla sua comunità: "Il male esiste fra noi, ma insieme possiamo combatterlo"

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18 ott 2018

"A nome dell’intera comunità di Ghilarza esprimo il più sincero cordoglio a tutta la famiglia di Manuel"

Di: Redazione Sardegna Live

Il parroco di Ghilarza, Padre Paolo Contini, ha rivolto una lettera aperta alla sua gente, ai familiari di Manuel Careddu e ai presunti omicidi, nel corso della messa di questo pomeriggio.

Ecco i testo completo.

Poco più di un mese fa la nostra parrocchia si è unita alla comune preghiera per il rinvenimento di Manuel Careddu, un giovane di Macomer scomparso la sera dell’11 settembre e le cui ultime tracce lo portavano in prossimità del nostro paese. Fino alla fine abbiamo sperato che si trattasse di una fuga ma che potesse concludersi con il ritorno di Manuel vivo tra le braccia dei suoi cari.

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Dalla sera del 10 ottobre abbiamo compreso tutti che questa nostra preghiera era stata definitivamente infranta. Sui social rimbalzava insistentemente la notizia della morte quasi certa del giovane di Macomer e del diretto coinvolgimento di alcuni ragazzi della nostra comunità. Improvvisamente Ghilarza si è trovata associata ad una delle peggiori pagine di cronaca nera dell’isola e non solo. Da quel giorno abbiamo osservato il rigoroso silenzio, non solo perché i particolari dell’omicidio ci toglievano il fiato e le parole, ma anche e soprattutto perché abbiamo voluto evitare di intralciare in alcuna maniera l’importante ed efficace lavoro delle autorità inquirenti e investigative. Ieri mattina poi è giunta a tutti la notizia del ritrovamento del corpo di Manuel e dunque la svolta ormai da tutti attesa. Ed ora, come parroco di questa comunità, sento il dovere e la necessità di rompere il nostro silenzio e di condividere alcuni nostri pensieri e sentimenti.

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Il primo pensiero va a te Manuel che ha trovato la morte per mano di vili assassini. Di fronte a morti come la tua mi domando sempre perché nella società passi quasi in secondo piano la vittima e si dia invece così tanto spazio ai particolari agghiaccianti dell’omicidio e alla vita dei disonesti uccisori. Mi chiedi quali progetti o desideri tu avessi per il tuo futuro e mi sento male a pensare che mentre camminavi nelle strade dove anche io cammino hai incontrato lo scellerato odio che ti ha condannato a una atroce morte. Carissimo Manuel, il Signori nel suo amore ti doni in cielo ciò che l’uomo con la sua cattiveria ti ha sottratto qui sulla terra!

Il secondo pensiero vai ai famigliari a agli amici di Manuel.

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A nome dell’intera comunità di Ghilarza esprimo il più sincero cordoglio a tutta la famiglia ed in modo particolare a mamma Fabiola che in questi giorni ha mostrato al mondo intero quanto può essere forte e determinato l’amore di una madre. A voi e a tutta la comunità macomerese giunga la solidale preghiera e la condivisione dell’immenso dolore per quanto accaduto.

Il terzo pensiero va alla mia comunità di Ghilarza che vive questi giorni l’incredulità e un palpabile dolore che cammina sulle nostre strade. Vi supplico, parlate di quanto accaduto. Parlatene in casa, parlatene a scuola, parliamone in parrocchia, parliamone non tanto per fare gossip ma per capire come un male tanto grave sia potuto crescere così fecondo in seno alla nostra comunità. Abbiamo sottovalutato qualcosa? Non abbiamo fatto qualche intervento utile a correggere o a condannare? Questo assurdo omicidio ci ricorda che

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il male esiste e non è per forza lontano da noi.

Spesso si sente parlare di orribili fatti di cronaca, ma lo facciamo con disinvoltura perché sono avvenuti nella lontana Cogne o ad Avetrana, a Brembate, ad Erba o chissà dove. Ora è successo tra noi e questo deve farci riflettere. Un corpo sano può andare inesorabilmente verso la morte se una sola cellula diventa cancerogena, a meno che non ci si accorga e si inizi a contrastare il male per far vincere la parte sana dell’intero corpo. Io sono certo che Ghilarza sia abitata da gente onesta e buona, ma questa vicenda ci fa capire che anche in mezzo a noi c’è il male. Smettiamola di derubricare i segni che ne rendono evidente la presenza. La maleducazione, il non rispetto per il prossimo, il vandalismo, la droga e cose simili non devono essere accettate come ragazzate. Sono cose serie e non devono trovare terreno fertile nella nostra comunità.

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Aiutiamoci a crescere nel rispetto della vita, smettiamola di parlare di morti ammazzati facendo finta che “omicidi di campagna” siano meno gravi di quelli che avvengono in paese. Ogni omicidio è un fatto orribile che non può e non deve trovare alcuna giustificazione nelle parole di nessuno. Quando qualcuno muore ammazzato tutta la comunità deve sentirsi offesa.

Colgo l’occasione per lanciare un appello a tutti: se qualcuno conosce o ha sentito qualcosa che può aiutare gli inquirenti a far luce su questo omicidio e non solo, PARLI! Chi sa e tace sappia di essersi guadagnato sul campo la patente di complice. Ghilarza è un paese bellissimo e i suoi abitanti sono persone meravigliose, non lasciamoci rubare questa bontà.

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Infine permettetemi di rivolgermi a coloro che hanno le mani intrise di sangue e il cuore sommerso nell’odio. Non faccio nomi non perché voglia essere reticente, ma per il semplice fatto che non sappiamo ancora se il numero dei colpevoli sia da considerarsi completo. A voi tutti dico che con il vostro gesto non avete dato la morte solo a Manuel, ma anche alla sua famiglia, alla comunità di Macomer, di Ghilarza e di Abbasanta. Avete inorridito i vostri compagni di scuola, avete disgustato i vostri compaesani e colleghi di lavoro. Cosa vi reta? Avete giocato con la vita di una persona indifesa ed ora, voi che vi credevate forti, vi site giocati le vostre giovani vite, compromettendo il vostro oggi e il vostro domani.

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Vi resa però ancora una opportunità. Vi resta la possibilità di dire tutta la verità, vi resta l’opportunità di invocare su di voi una condanna tanto lunga da poter essere sufficiente ad espiare un reato tanto grave. Io pregherò ogni giorno per voi, perché possiate davvero pentirvi per l’insulsa scia di odio e di male che vi siete lasciati dietro in quel folle giorno di settembre

Oggi inizieremo la novena al Santo Serafino Raffaele il cui nome significa “medicina di Dio” o “Dio è medicina”. Inizieremo la novena in maniera sommessa, portando silenziosamente il Santo nel novenario a lui dedicato e durante questi giorni pregheremo San Raffaele affinché interceda per tutta la medicina per lenire questa gravissima ferita.

Padre Paolo Contini

Parroco

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