Brotzu, caos in Ostetricia e Ginecologia: “Personale ridotto all’osso, noi costretti a turni massacranti”

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26-11-2018

I dipendenti del nosocomio di via Jenner lamentano una situazione paradossale, a discapito dei pazienti e delle urgenze

Di: Alessandro Congia

Mancano infermieri, ostetriche, Oss e soprattutto l’organico ridotto all’osso all’interno della struttura medica si riflette negativamente sui pazienti ricoverati in degenza: spesso un operatore Oss è costretto a seguire anche 35 pazienti per volta, mentre in alcuni casi le ostetriche devono coprire o alternarsi in altre mansioni per gestire anche patologie gravi.

La lettera-denuncia

Una comunicazione scritta e firmata in calce da chi in quel reparto ci lavora da anni e che a causa di una carenza ormai cronica di figure professionali (che dovrebbero essere destinate a diverse mansioni), rischia di compromettere le attività lavorative: la missiva è stata inviata

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al dottor Giuseppe Chessa, al direttore generale del San Michele - Brotzu, la dottoressa Graziella Pintus, al direttore sanitario Vinicio Atzeni, al direttore di presidio la dottoressa Marinella Spissu e alla dottoressa Donatella Floris, responsabile gestione e sviluppo risorse umane: “Esiste una condizione di rischio per le pazienti gravide ricoverate – si legge tra le righe della lettera – siamo pochi e costretti a suddividerci carico di lavoro che va ben oltre le soglie minime di sicurezza, dato che le ostetriche ad esempio devono svolgere il loro servizio contemporaneamente tra pronto soccorso ostetrico, reparto chirurgico e ginecologico e terapia semi-intensiva, prescindendo poi le urgenze per tagli cesarei”.

Il malcontento generale

Il clima pesante che si respira tra i corridoi dell’ospedale di via Jenner traspare proprio dai problemi evidenziati ai dirigenti sanitari. Troppi i notturni da coprire, ferie in stand by e turni di lavoro stravolti continuamente. Complicazioni che i dipendenti del Brotzu hanno dunque manifestato apertamente, preoccupati proprio perché il deficit di personale va a discapito di chi è in degenza o arriva in reparto con situazioni di estrema urgenza.

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