Insulta, minaccia e trascina per i capelli la compagna: arrestato 43enne

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01 dic 2018

In manette per maltrattamenti in famiglia

Di: Redazione Sardegna Live

Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sassarisono intervenuti nel quartiere Latte Dolce, arrestando in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia un 38enne sassarese, già noto alle Forze dell’Ordine.

L’intervento delle pattuglie della Compagnia di Sassari è scaturito in seguito a una disperata richiesta d’aiuto da parte di una donna, 43enne sassarese, convivente dell’arrestato, la quale sarebbe stata poco prima aggredita dal compagno che, secondo quanto riferito dai militari, dopo averla pesantemente insultata e minacciata, l’ha afferrata per il collo e trascinata per i capelli fuori dall’abitazione.

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Giunti sul posto, gli equipaggi delle gazzelle dell’Arma si sono trovati davanti a una scena surreale, con la donna che, in evidente stato di agitazione, chiedeva aiuto, scalza e con indumenti troppo leggeri per far fronte alle temperature esterne.

Dopo aver soccorso la donna, i Carabinieri, come da loro spiegato, hanno convinto il compagno, ancora in preda a uno stato di evidente alterazione psicofisica, ad aprire la porta e si sono sincerati sulle condizioni di salute dei figli della coppia (4 minorenni), che erano rimasti in casa con il padre e che, fortunatamente, non sono stati interessati dal comportamento violento dell’uomo, anche se hanno purtroppo assistito ai fatti avvenuti in precedenza con la madre.

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L'uomo anche in precedenza avrebbe avuto comportamenti estremi nei confronti della donna.

Per il 43enne sono quindi scattate immediatamente le manette e, dopo le formalità di rito, lo stesso è stato trattenuto all’interno delle camere di sicurezza dei Carabinieri di Sassari in attesa dell’udienza di convalida in programma oggi.

La violenza domestica è un fenomeno molto diffuso, che riguarda ogni forma di abuso psicologico, fisico, sessuale e le varie forme di comportamenti coercitivi esercitati per controllare emotivamente una persona che fa parte del nucleo familiare.

Le condizioni di chi subisce la violenza sono tanto più gravi quanto più la violenza si protrae nel tempo, o quanto più esiste un legame consanguineo tra l’aggressore e la vittima. Le conseguenze della violenza domestica protratta nel tempo lasciano segni anche sul piano relazionale perché le vittime che la subiscono spesso perdono il lavoro, la casa, gli amici e le risorse economiche di sostentamento.

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Per difendersi da situazioni di abuso domestico è necessario prima di tutto imparare a riconoscere i comportamenti tipici dell’abusante. Chi commette ripetutamente azioni violente fra le mura domestiche di solito ha un unico obiettivo: desidera porre la sua vittima in uno stato di “sudditanza” perché vuole sentirsi potente e perché esercitare azioni di comando e di controllo su un membro della famiglia lo fa sentire appagato e sicuro di sé. I suoi comportamenti hanno sempre come unico scopo quello di controllare tutto il vissuto del partner per rafforzare il suo personale sentimento di potere; per raggiungere questo obiettivo sente che deve eliminare tutto ciò che potrà ostacolare il rafforzamento di questo senso di sicurezza.

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Nelle storie raccontate dalle vittime di violenza domestica, spiegano i Carabinieri, si apprende che la vittima nel tempo impara a “sopportare” eventi orribili, iniziando così a soffrire di problemi psichici che la spingono alla chiusura e ad una riduzione drastica della sua personale autostima ossia ad avere un atteggiamento eccessivamente critico verso se stessa e a sentirsi costantemente insoddisfatta delle proprie qualità.

Uscire da questo problema è possibile. Prima di tutto la vittima deve rendersi conto che quello che sta accadendo fra le mura domestiche è un reato. Per arrivare a questa consapevolezza deve osservare e analizzare quello che le accade attorno, imparare ad essere obiettiva e giudicante nei confronti di chi sta abusando.

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In caso di violenza domestica è importante rompere l’isolamento e trovare il coraggio di parlare con qualcuno di ciò che avviene fra le mura domestiche e rivolgersi, così, alle Forze dell’Ordine. La legge tutela dalle forme di violenza: la violenza fisica e psicologica può essere legata a forme di reato descritte da molti articoli del Codice Penale e, per questo motivo, è importante parlarne con le Forze dell’Ordine, anche solo al fine di ricevere consigli e discutere sulle opportunità di tutela che la legge consente di adottare.


Proprio in quest’ottica, stamattina presso il Reparto Territoriale dei Carabinieri di Olbia è stata inaugurata una “Stanza tutta per sé”. Il progetto nasce da una collaborazione tra l’Arma dei Carabinieri e l’associazione “Soroptmist International d’Italia”. La stanza, arredata in modo da creare un’ambiente confortevole per le vittime, riservando uno spazio dedicato ai bambini con colori e oggetti pensati per l’infanzia, è destinata all’audizione protetta di donne che hanno subito violenza e di minori.

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