“No alla ferrovia nella Valle dei Nuraghi”: Giave alza la voce

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12 gen 2019

Uras: «Solo uno spreco di soldi e un danno al patrimonio archeologico e alle aziende agricole»

Di: Antonio Caria

Un plico recapitato negli ultimi giorni dello scorso anno, con un progetto di una linea ferroviaria nella valle dei Nuraghi, seguito da una richiesta di una relazione per l’impatto ambientale, ha mandato su tutte le furie la Sindaca di Giave Maria Antonietta Uras che, questa mattina, ha organizzato una manifestazione di protesta per dire “No” a quello che la stessa prima cittadina ha definito «Uno spreco di soldi».

Un corteo pacifico, partito da piazza del Comune in direzione del Belvedere, per visionare la zona in cui dovrebbe sorgere la nuova ferrovia che, sempre a suo modo di vedere, porterebbe alla chiusura della stazione (riaperta dopo una lunga lotta del Comune di Giave e dell’Unione dei Comuni del Meilogu nel settembre del 2017).

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Alla manifestazione hanno preso parte, oltre che agli amministratori giavesi e ad alcuni cittadini, anche alcuni “Zona Franchisti”, venuti da ogni parte dell’isola, il Sindaco di Bonnanaro, Antonio Marras e i consiglieri comunali di Cheremule, Luigi Chighine e Davide Zara

Un progetto che, come ha voluto specificare la Sindaca, «Disturba tutto il nostro territorio. Un progetto di un costo di 223milioni di euro per risparmiare 4 minuti e prevede un tracciato che va da Bonorva a Torralba e che passa a soli 17 metri dal nuraghe Oes».

La prima cittadina ha anche denunciato il fatto che «Il tracciato dovrebbe passare in mezzo alle aziende agricole e ciò costituisce un danno maggiore».

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In data 31 dicembre, la prima cittadina ha anche scritto una lettera al ministro Toninelli e alla Soprintendenza con quest’ultima che deve esprimere un parere.

Sulla stessa linea anche l’Assessore comunale all’Agricoltura, Giovanni Nuvoli: «Ci vogliono togliere la stazione approvando la costruzione di questo nuovo tratto ferroviario. Per risparmiare un paio di minuti vogliono spendere tanti soldi e creare molti danni».

«Mi taglierebbe l’azienda in due – ha dichiarato la proprietaria di un’azienda agricola nella Valle dei Nuraghi che potrebbe essere soggetta all’eventuale esproprio –. Noi non siamo stati neanche avvisati. Io non voglio nessun risarcimento, ma solo il terreno per far lavorare i miei figli».

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Per la “Zona Franchista” Daniela Mallus (Capoterra): «Maria Antonietta crede nella Zona Franca e noi la appoggiamo anche nelle altre sue battaglie. A parte il danno al patrimonio archeologico, penso che sia anche un danno per quanto riguarda tutti quei paesi che beneficiano della stazione di Giave».

Secondo il geologo Emilio Fenu, «Questo progetto è irrazionale. Per me non passerà mai» mentre Michele Vacca (referente per il Sud Sardegna Associazione Utenti del Trasporto Pubblico) ha rimarcato il fatto che «In Sardegna non abbiamo un piano regionali dei trasporti. Ne era stato redatto uno nel 2008, approvato solo dalla Giunta e non dal Consiglio, e quindi manca questo elemento fondamentale per pianificare. È assurdo spendere 223 milioni per costruire una ferrovia che non è neanche predisposta per il doppio binario».

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