Sanità Penitenziaria, a Uta arriva il dottor Sebastiano Forteleoni

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15 gen 2019

Nominato pro tempore come coordinatore, il medico di Iglesias subentra al supplente Matteo Papoff

Di: Alessandro Congia

“E’ stato assegnato a Sebastiano Forteleoni, medico di Iglesias, con una esperienza ultraventennale maturata prima nella Casa Circondariale di “Sa Stoia” e a Oristano “Piazza Mannu” nonché a Buoncammino e ora a Cagliari-Uta, il ruolo di coordinatore sanitario della struttura penitenziaria, la più importante della Sardegna. Subentra nel carcere “Ettore Scalas” al supplente, Matteo Papoff, che dopo aver dato le dimissioni dall’incarico è tornato a svolgere il suo ruolo di psichiatra. Nel porgere gli auguri di buon lavoro al nuovo coordinatore, esprimiamo l’auspicio che l’incarico diventi definitivo e possa così contribuire a riorganizzare la sanità penitenziaria in una realtà complessa come quella di Uta”.

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Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, ricordando che “nel Villaggio Penitenziario di Uta sono ristrette 576 persone di cui 23 donne e 142 stranieri, una realtà particolarmente problematica in cui il coordinatore sanitario riveste un ruolo molto importante, ma ha bisogno di supporti e riferimenti certi”.

“A caratterizzare il ruolo del coordinatore sanitario – sottolinea – è la gestione dell’intero sistema clinico-sanitario e burocratico. Oltre a favorire il lavoro dei colleghi dei diversi settori e garantire il controllo sull’efficienza organizzativa, interagisce con la Direzione dell’Istituto e la Magistratura, in particolare quella di Sorveglianza, e con i liberi professionisti, qualora il detenuto chieda una visita specialistica o debba produrre una relazione di parte a integrazione di un’istanza. Il coordinatore inoltre si occupa dell’inoltro e predisposizione delle domande di invalidità, delle denunce inail, tiene i rapporti con i Consolati e i Mediatori Culturali, oltre a predisporre o integrare relazioni per l’incompatibilità dietro le sbarre. Ovviamente per poter far fronte a questi impegni, la sua deve essere una presenza costante che però possa avvalersi di una rete strutturata anche perché quello di Cagliari-Uta è l’unico carcere con un Centro Clinico in cui sono ricoverati circa 25 pazienti”.

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“Tra le questioni irrisolte, di cui il coordinatore sanitario dovrà farsi carico, oltre a quelle relative al personale (due soli psichiatri, 1 psicologa, da oggi manca anche la tossicologa), ci sono le dotazioni di materiale odontoiatrico. Secondo quanto lamentano i detenuti e i loro familiari, la funzione del dentista e dell’assistente consiste nel far aprire la bocca al paziente senza alcun intervento di cura e/o ricostruzione. Mancano gli anestetici e perfino i bisturi usa e getta. In sostanza mancano gli strumenti per poter garantire ai detenuti la cura dei denti con le inevitabili conseguenze negative. Ciò determina lunghe liste d’attesa con diverse persone che attendono da oltre un anno la cura di una carie, anche perché il dentista a Uta ha solo 18 ore settimanali, poche rispetto al numero di detenuti”. Insomma – conclude la presidente di SDR – il nuovo coordinatore dovrà rimboccarsi le maniche e impegnarsi affinché vengano riconsiderate seriamente le condizioni attuali del servizio per offrire maggiori garanzie a operatori, detenuti e familiari”.

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