Esperanza, nuove rivelazioni shock del padre: “Morta per un boccone, poi bruciata”
Questa mattina l’esito dell’interrogatorio in carcere con il gip Massimo Poddighe: Slavsko Seferovic, padre della piccola rom, ha ammesso altre sconcertanti verità
Di: Alessandro Congia
Morta per un pezzo di cibo andatole di traverso, poi la disperazione dei genitori che temevano che venisse loro negata la patria potestà sugli altri figli: il padre ha detto di aver dato fuoco al corpicino dentro ad un vecchio frigorifero, in un terreno sulla statale 130.
Dichiarazioni agghiaccianti quelle rese note stamane in carcere, a Uta, dinnanzi al Giudice per le Indagini Preliminari, Massimo Poddighe: si aggrava la posizione dei genitori di Esperanza, Slavko Seferovic e la moglie Dragana Ahmetovic, entrambi 28enne, sono formalmente accusati di omicidio, simulazione di reato, occultamento di cadavere e incendio doloso.
Gli investigatori della squadra Mobile della Questura cagliaritana, coordinati dal dirigente Marco Basile, hanno fermato i due romeni venerdì sera al campo nomadi di Carbonia, dove dimoravano in seguito al rogo del furgone e li hanno accompagnati negli uffici di via Amat per ufficializzare nei loro confronti i capi accusatori. In tarda serata il trasferimento nella casa circondariale “Ettore Scalas” a Uta: ad incastrare e avvalorare la tesi di un rompi capo atroce sarebbe stata inizialmente l’intercettazione telefonica sul cellulare del padre della neonata: avrebbe detto al cellulare alla compagna di aver ucciso Esperanza perché piangeva troppo, “l’ho impiccata”.
Quella sera i Vigili del Fuoco e gli agenti della Scientifica non trovano alcuna traccia biologica del piccolo corpicino: Esperanza non è dunque morta nell’incendio. Resta ancora un mistero che fine abbia fatto la piccola bimba rom, ma le nuove sconcertanti rivelazioni del padre della minore dimostrano l’atrocità di un gesto assurdo e ingiustificabile.