Esperanza, nuove rivelazioni shock del padre: “Morta per un boccone, poi bruciata”

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21 gen 2019

Questa mattina l’esito dell’interrogatorio in carcere con il gip Massimo Poddighe: Slavsko Seferovic, padre della piccola rom, ha ammesso altre sconcertanti verità

Di: Alessandro Congia

Morta per un pezzo di cibo andatole di traverso, poi la disperazione dei genitori che temevano che venisse loro negata la patria potestà sugli altri figli: il padre ha detto di aver dato fuoco al corpicino dentro ad un vecchio frigorifero, in un terreno sulla statale 130.

Dichiarazioni agghiaccianti quelle rese note stamane in carcere, a Uta, dinnanzi al Giudice per le Indagini Preliminari, Massimo Poddighe: si aggrava la posizione dei genitori di Esperanza, Slavko Seferovic e la moglie Dragana Ahmetovic, entrambi 28enne, sono formalmente accusati di omicidio, simulazione di reato, occultamento di cadavere e incendio doloso.

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Gli investigatori della squadra Mobile della Questura cagliaritana, coordinati dal dirigente Marco Basile, hanno fermato i due romeni venerdì sera al campo nomadi di Carbonia, dove dimoravano in seguito al rogo del furgone e li hanno accompagnati negli uffici di via Amat per ufficializzare nei loro confronti i capi accusatori. In tarda serata il trasferimento nella casa circondariale “Ettore Scalas” a Uta: ad incastrare e avvalorare la tesi di un rompi capo atroce sarebbe stata inizialmente l’intercettazione telefonica sul cellulare del padre della neonata: avrebbe detto al cellulare alla compagna di aver ucciso Esperanza perché piangeva troppo, “l’ho impiccata”.

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Poi, dalle stesse intercettazioni, emergerebbe anche il coinvolgimento della madre: le successive sfaccettature atroci delineano un quadro di un piano studiato a tavolino, con una versione da fornire ai poliziotti attraverso la denuncia di scomparsa delle bimba, con molteplici contraddizioni nei racconti. Prima il furgone Daily dato alle fiamme da Slavko che poco prima è stato inquadrato dalle telecamere di sorveglianza di un distributore di benzina mentre acquista due euro di benzina, adoperata poi per il rogo al mezzo parcheggiato in uno sterrato a Giorgino, al villaggio Pescatori.

Quella sera i Vigili del Fuoco e gli agenti della Scientifica non trovano alcuna traccia biologica del piccolo corpicino: Esperanza non è dunque morta nell’incendio. Resta ancora un mistero che fine abbia fatto la piccola bimba rom, ma le nuove sconcertanti rivelazioni del padre della minore dimostrano l’atrocità di un gesto assurdo e ingiustificabile.

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