Protesta dei pastori. Coldiretti Sardegna continua la mobilitazione: «Stop al tavolo sul latte»

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09-02-2019

«Non ci sono più le condizioni per sedersi ad un tavolo con chi fino all’ultimo è rimasto sordo e indifferente alle proposte avanzate per dare risposte al dramma dei pastori».

Di: Antonio Caria

«Da fine settembre sia a mezzo stampa, sia attraverso ripetuti incontri presso l’assessorato all’Agricoltura abbiamo posto in particolare evidenza la gravosa situazione dei pastori della Sardegna paventata da un possibile prezzo del latte di 0,60 euro al litro».

A dirlo è in una nota Coldiretti Sardegna che rimarca come «Fino all’ultimo abbiamo cercato di mediare qualsiasi possibilità di modifica del prezzo proposto non solo per i pastori, ma per tutta la filiera. Attraverso incontri diretti, non ufficiali, abbiamo tentato ripetutamente sino ai giorni scorsi, di convincere la trasformazione industriale a dare una maggiore remunerazione al latte di pecora. Anche giovedì scorso ci siamo appellati pubblicamente attraverso i media ad una possibile chiusura della trattativa, evidenziando una situazione esplosiva nelle campagne».

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«A più riprese – rimarca sempre nel comunicato Coldiretti Sardegna – nel tavolo abbiamo spiegato che non sarebbe stato più possibile rinviare la decisione sul prezzo offerto, avendo come contropartita un ulteriore rimando a 6 giorni. Le nostre proposte sono state riportate e votate nel documento redatto dall’assessorato all’Agricoltura».

«Per tutto questo – per Coldiretti Sardegna – non ci sono più le condizioni per sedersi ad un tavolo con chi fino all’ultimo è rimasto sordo e indifferente alle proposte avanzate per dare risposte al dramma dei pastori. Rimangono valide le condizioni proposte, ma non siamo disponibili ad alcun ulteriore incontro in quanto non abbiamo nessun margine di variazione nella contrattazione da noi proposta».

«Riteniamo – conclude – che l’associazione degli industriali che rappresenta le industrie casearie debba ora rendere pubblico a tutti i pastori della Sardegna la propria proposta contrattuale. Solo l’attenuarsi della protesta sarà la rappresentazione più concreta dell’accettazione positiva dei pastori della Sardegna».

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