Studio Aou e UniCa: Il vaccino funziona e protegge anche le persone con malattie autoimmuni

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17-11-2021

La conferma arriva da un importante studio dell’Azienda ospedaliero-universitaria e Università di Cagliari

Di: Redazione Sardegna Live

Cagliari - Lo studio ha evidenziato come il vaccino anti Covid funziona e protegge anche le persone con malattie autoimmuni e non si rileva alcuna differenza di efficacia tra soggetti sani e persone con malattie autoimmuni in terapia. «I soggetti immunodepressi – spiega Luchino Chessa – sono considerati fragili per il maggior rischio d’infezione e per le possibili gravi complicanze. Per questo sono stati inseriti come categoria prioritaria nel calendario vaccinale nazionale anti-Covid 19». L'obiettivo degli scienziati cagliaritani era di capire se effettivamente il vaccino fosse efficace anche in questa fascia di popolazione.

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La sperimentazione

La ricerca si è sviluppata nell'ambito dello studio Corimun, con l'obiettivo di confrontare la risposta anticorpale alla vaccinazione per SARS-CoV-2 in soggetti con malattie malattie autoimmuni rispetto a persone sane. Un aspetto di grande attualità legato al fatto che anche adesso, a quasi due anni dall'inizio della pandemia, molti pazienti con malattie autoimmuni sono esitanti a sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid 19.

Lo studio ha dunque preso in considerazione persone con malattie infiammatorie immunomediate e operatori sanitari dell’Aou di Cagliari, sottoposti, da Dicembre 2020, a vaccinazione con mRNA della Pfizer, con successiva determinazione del livello degli anticorpi del SARS-CoV2.

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Sono stati inclusi nello studio 551 soggetti sani naïve a infezione da SARS-CoV-2 e 102 soggetti, tra quelli affetti da malattie autoimmuni, con un'analisi separata per quelli trattati con farmaci anti-CD20 come rituximab o ocrelizumab, usati in alcune malattie autoimmuni sistemiche e nella Sclerosi Multipla.

Il risultato

Un mese dopo il completamento del ciclo vaccinale con due dosi, il 100% dei soggetti sani e il 94% dei soggetti con malattie autoimmuni mostrava una risposta anticorpale e questi ultimi avevano un titolo anticorpale significativamente ridotto rispetto ai controlli, sia nel giorno del richiamo che un mese dopo, mentre non vi erano differenze cinque mesi dopo.

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«La conclusione di questo studio di “real-life” – spiega Chessa – evidenzia che non ci sono differenze sostanziali di efficacia tra soggetti sani e persone con malattie infiammatorie immunomediate in terapia per quanto riguarda la risposta al vaccino a mRNA anti-COVID-19, mentre rimane il problema dei pazienti che sono in terapia con farmaci che deprimono la risposta B-cellulare, ma la cui vaccinazione è in ogni caso consigliata».

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Clinical and Experimental Medicine, è frutto del lavoro di diversi medici e ricercatori, in particolare: Luchino Chessa, Davide Firinu, Stefano Del Giacco e Marcello Campagna (Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica); Andrea Perra (Scienze Biomediche); Roberto Littera, medico immunogenetista afferente alla SC di Genetica Medica del Binaghi e Ferdinando Coghe, direttore sanitario e direttore del Laboratorio Analisi Chimico Cliniche e Microbiologia dell’AOU di Cagliari.

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