Violenza sulle donne. L’abbraccio a Paola Piras e a Piera Muresu, scampate alla morte

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25-11-2021

La prima è la madre del giovane eroe di Tortolì, Mirko Farci, colpita con 18 coltellate, la seconda era stata gravemente ferita dal compagno a colpi di pistola

Di: Redazione Sardegna Live

In Italia sono 89 al giorno le donne vittime di reati di genere in Italia. Nel 62% dei casi si tratta di maltrattamenti in famiglia. E nemmeno la nostra Sardegna è esclusa da questo triste quadro. In questa giornata vogliamo ricordare e abbracciare i familiari delle vittime di femminicidio, di Angelica Salis di Quartucciu, uccisa con sei coltellate (settembre 2021), Marisa Pireddu di Serramanna, uccisa a coltellate (5 maggio 2020), Zdenka Krejcikova, 41enne di nazionalità ceca, uccisa a coltellate a Ossi (16 febbraio 2020), Michela Fiori, strangolata ad Alghero (dicembre 2018), Federica Madau, 32 anni, uccisa con dieci coltellate a Igleasias (2018), Maria Bonaria Contu, 60enne di Capoterra, ammazzata il 2 maggio 2017 con 11 coltellate (2 maggio 2017). E ancora, Erika Preti e Anna Doppiu.

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Ci sono poi Piera Muresu, la 48enne gravemente ferita dal compagno a colpi di pistola, e Paola Piras, 51 anni, la madre del giovane eroe di Tortolì, Mirko Farci, morto per difenderla dalla furia omicida dell'ex compagno Shahid Masih, lo scorso 11 maggio, scampate alla morte.

Piera Muresu, 48 anni di Sennori, era stata raggiunta da due colpi di pistola esplosi dal suo compagno Adriano Piroddu, 42 anni, suicidatosi impiccandosi nel suo garage. Dopo aver superato un delicato intervento chirurgico all'ospedale Santissima Annunziata di Sassari il 21 settembre 2021 era tornata a casa dopo circa due settimane dal tentativo di femminicidio.

Paola Piras, invece, si è svegliata dopo 40 giorni dal coma indotto farmacologicamente. Lo scorso 11 maggio era stata colpita con 18 coltellate dal suo ex compagno di origini pakistane. Il figlio della donna, Mirko, di 19 anni era rimasto ucciso mentre cercava di difenderla.

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L’assassino era stato catturato dopo alcune ore di fuga dai Carabinieri e interrogato dalla Pm Giovanna Morra nella tarda serata di martedì 11 maggio. Dopo aver confessato, l'operaio aveva fornito la sua versione dei fatti: sarebbe entrato nella casa di via Monsignor Virgilio, dove madre e figlio vivevano, arrampicandosi su un pluviale fino al primo piano della palazzina dove abita il padre di Paola Piras. Da qui avrebbe preso il coltello con il quale ha ucciso Mirko e ferito gravemente la mamma, quindi sarebbe salito per le scale nell'appartamento al secondo piano dove dormivano Paola e il figlio. Ha ammesso anche la sua gelosia nei confronti di quella che fino al novembre 2020 era stata la sua compagna e i sospetti che avesse un altro. Da lì erano seguiti i maltrattamenti nei confronti della donna che poi lo ha denunciato. Secondo il racconto del reo confesso, la misura di divieto di avvicinamento inflittagli dal giudice di Lanusei non avrebbe impedito in questi mesi messaggi e uscite con Paola, qualche volta persino in pubblico. L'operaio dopo l'arresto aveva rischiato il linciaggio da parte di una folla inferocita.

Il 13 maggio, nel cimitero di Quartu Sant'Elena, era stata eseguita dal medico legale Matteo Nioi l’autopsia sul corpo di Mirko Farci. A risultare fatale era stata una delle due coltellate che l’omicida ha inferto al torace del giovane, che è penetrata nei polmoni causando un'emorragia e provocando una morte quasi immediata. Ferite provocate dal coltello anche sulle braccia del ragazzo, che aveva cercato di proteggere il suo corpo mettendole davanti.

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