La variante Omicron è ormai prevalente in Sardegna

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11 gen 2022

Dopo Capodanno in Sardegna balza al 70 per cento

Di: Redazione Sardegna Live

La variante Omicron è ormai prevalente in Sardegna ed è presente in oltre il 70 per cento dei pazienti positivi. Sono i dati elaborati dal Laboratorio analisi del Policlinico Duilio Casula e del San Giovanni di Dio e che spiegano anche come si sta sviluppando il virus nell'Isola. Ma che rivelano anche quanto hanno influito le feste di Capodanno: nella settimana precedente, quella del 29 dicembre, i pazienti affetti da O erano appena il 25 per cento.

«I dati di sequenziamento del sud Sardegna – spiega Ferdinando Coghe, Direttore sanitario dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari e direttore del Laboratorio del Policlinico – certificato che Omicron ha sostituito Delta diventando la variante prevalente, con il 70% di casi rilevati nell'ultima flash-survey disposta dall'ISS alla quale ha partecipato il laboratorio di riferimento regionale per il centro sud Sardegna. Neanche una settimana prima il dato ottenuto ne sud dell'isola evidenziava il 25% di Omicron e il 75% di Delta. È evidente che le imprudenze dell'ultimo Capodanno hanno prodotto gli effetti temuti».

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Come aveva previsto l'Ecdc (destinatoil Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie), prosegue Coghe, «Omicron sta diventando la variante di coronavirus dominante nell'UE ed è a consolidare questo risultato entro metà gennaio 2022. La variante Omicron ha dimostrato di avere una trasmissibilità maggiore dal 25% al 50% rispetto alla variante Delta e di conseguenza può diffondersi più facilmente. Un fenomeno già osservato con la variante Delta, il 50% più contagiosa della variante Alpha, la quale è stata a sua volta il 50% più contagiosa del ceppo SARS-CoV-2 originale.

Pertanto, sottoporsi a vaccinazione è più che mai necessario, proprio perché Omicron potrebbe un aumento significativo del numero di casi, con conseguente aumento dei ricoveri ospedalieri e dei decessi, incidendo soprattutto nella popolazione con bassi livelli di vaccinazione e di immunità acquisita». La situazione è molto seria, conclude Coghe che assieme al professor Germano Orrù, responsabile del Servizio di Biologia molecolare dell'Aou, lavora al sequenziamento: «I dati parlano chiaro: l'elevata diffusione dell'Omicron conferma l'estrema contagiosità di questa variante. E, a causa del grande numero di contagiati, anche gli ospedali stanno tornando sotto pressione ormai. Dunque è opportuno essere estremamente cauti e accorti».

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