Non solo miele: dalle bomboniere ai laboratori didattici, gli allevatori di api Alessandro e Ilaria ci parlano del loro lavoro

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11 gen 2022

Come tutti gli apicoltori, anche loro hanno risentito della crisi che ha colpito questi insetti: “Le api sono preziose e vanno tutelate per il bene di tutti”. Parte da qui il progetto "Adotta un Alveare"

Di: Alessandra Leo

Tra le verdi campagne di Domusnovas, nel Sud Sardegna, mi addentro nell’azienda agricola, ad indirizzo prevalentemente apistico, di Alessandro Lai e di Ilaria Pisu, una coppia che ha deciso di seguire il cuore per poter fare di una loro grande passione un lavoro stabile.

Alessandro è apicoltore professionista dal 2006, anno in cui sorse la loro prima arnia, e Ilaria un chimico. Assieme collaborano per l’allevamento delle api e la produzione del miele

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, concludendo poi la filiera con la realizzazione, da parte di Ilaria, di oggetti artigianali deliziosi, prevalentemente bomboniere, destinati alla vendita. Si definiscono infatti allevatori 4.0 proprio perché si occupano di tutte le fasi della filiera, dall’allevamento fino alla produzione.

Ma non solo! Hanno realizzato diversi progetti collaborando con Enti pubblici, tra cui l’Università di Sassari, presso cui hanno preso parte ad una ricerca sul veleno delle api come possibile agente antitumorale, hanno fatto sorgere l’importante progetto “Adotta un Alveare”, e si dedicano inoltre quotidianamente ai laboratori didattici per bambini e ragazzi in cui spiegano il mondo sociale delle api e l’importanza della tutela di questi preziosissimi insetti, purtroppo investiti, negli ultimi anni, dalla crisi delle api che sta provocando una vera e propria strage di cui risentirà anche l’essere umano.

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Ilaria, con una dolcezza fuori dal comune unita ad una grande professionalità, mi spiega come lei e Alessandro hanno fronteggiato questa crisi.

"Il settore apistico ha visto un sacco di difficoltà negli ultimi anni, non tanto dovute al fattore pesticidi come si può pensare, ma soprattutto ai cambiamenti climatici. L’ape è un indicatore ambientale, quindi risente tantissimo delle condizioni atmosferiche. Durante l’afosa estate di due anni fa abbiamo trovato i telai completamente squagliati e le api morte dentro l’alveare a causa delle alte temperature, probabilmente a più di 50 gradi, una cosa mai accaduta prima. Quando non piove non hanno nulla da mangiare e quindi bisogna nutrirle, soprattutto in piena estate, così come quando piove tanto o c’è molto freddo e i fiori non hanno nettare. L’ambiente ideale per loro è un

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equilibrio naturale, che purtroppo negli anni sta venendo a mancare. Questi magnifici insetti hanno giovato del periodo pandemico e della conseguente assenza quasi totale dell’uomo in quei mesi. Noi cerchiamo sempre di tutelare le api, curandole, assicurandoci che stiano bene, facendo la lotta biologica ad alcuni insetti come la Varroa che è un parassita che attacca gli alveari".

Quindi seguite le api nella produzione del miele fase dopo fase?

"Non possiamo definirci a regime biologico perché riteniamo sia un po’ una presa in giro per quanto riguarda il miele, in quanto non possiamo controllare il raggio d’azione delle api, quindi non sapremo mai esattamente dove le api vadano a prendere il polline, però cerchiamo sempre di sistemare le nostre postazioni in luoghi che conosciamo bene e dove sappiamo che nel raggio d’azione di almeno 3-4 chilometri non ci siano trattamenti chimici o pesticidi".

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In questi anni tu e Alessandro avete svolto delle attività bellissime quanto importanti, quale senti più nel cuore?

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"Tutti sono stati svolti con il cuore, ma un progetto tanto sentito è “Adotta un Alveare”, lanciato 2 anni fa proprio per sensibilizzare quanto più possibile la gente alla cura e alla preservazione delle api. Molte persone hanno aderito versando una quota di 100 euro e avendo in cambio 12 chili di miele, la visita nell’apiario e un’arnia personalizzata. Questo ci ha permesso di incrementare il numero delle arnie e di assicurare a ciascun alveare delle cure mirate, e anche di far avvicinare le persone al mondo apistico, tra cui molti giovani e bambini. Il progetto continuerà anche quest’anno".

"Inoltre, nel tempo abbiamo cercato di sensibilizzare attraverso le scuole e la didattica

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, solo nel 2021 abbiamo realizzato 50 laboratori, la maggior parte gratuiti. Tante scuole hanno deciso di adottare un alveare e oltre il miele abbiano regalato un laboratorio".

"Durante questi laboratori portiamo un’arnia vuota e raccontiamo ai bambini e ai ragazzi come le api vivono, e come possiamo tutelarle, facciamo assaggiare il miele e facciamo capire loro l’importanza di un’alimentazione sana, di cui il miele fa parte. Spieghiamo anche che le api non producono solo miele, ma anche la propoli, il veleno, la cera, formano le famiglie e gruppi sociali".

Da un paio di anni Ilaria si occupa di utilizzare il miele anche da punto di vista ornamentale, proponendo come

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bomboniere vasetti di questa squisitezza per qualsiasi evento e festività, confezionandolo in affascinanti creazioni artigianali.

Valorizziamo ogni fase della produzione, ecco perché ci piace definirci allevatori di api 4.0”.

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