Castello della Fava a Posada: fortezza medievale al confine fra due regni

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14 gen 2022

Forse dimora di Eleonora di Arborea. Passò sotto il dominio aragonese e fu vittima di assalti da parte di orde di pirati e corsari, attirati dallo sfarzo e dalle ricchezze che quella terra presentava

Di: Giammaria Lavena

Fra i tanti monumenti e reperti, testimonianza della storia millenaria della Sardegna, i castelli rappresentano senz'altro alcune delle attrazioni principali, oggetto di grande fascino e interesse da parte di studiosi e appassionati, luoghi di miti e leggende tramandati nei secoli. Una delle fortezze più note e meglio conservate dell'Isola è il Castello della Fava (in sardo Casteddu 'e sa Fae), nell'antico borgo di Posada, che si erge su una rupe calcarea, nel nord-est della Sardegna. Sorge all'interno del centro abitato, in cima al colle più alto, alle cui pendici è situato il centro storico: qui si conservano alcuni edifici con strutture risalenti al Medioevo.

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LEGGENDA E ORIGINI DEL NOME. E' proprio al Medioevo che dobbiamo tornare per ricostruire la ricca storia di questa fortezza, più precisamente al XIII secolo. La leggenda narra che, intorno al 1300, una flotta proveniente da Oriente (turchi o saraceni) assediò Posada nel tentativo di conquistarla, cercando di far consumare alla popolazione tutte le scorte di cibo. Gli abitanti, ridotti alla fame, per ingannare gli assalitori fecero mangiare l'ultima manciata di fave rimasta a un piccione e, prima di liberarlo in volo, lo ferirono. Il volatile precipitò nell'accampamento degli stranieri, che incuriositi si avvicinarono e notarono che aveva lo stomaco pieno: ciò li spinse a sovrastimare le risorse alimentari presenti nel castello. Sfiduciati, decisero così di ritirare l'assedio e di abbandonare l'Isola. Da questa leggenda la fortezza prende il nome attuale. Ad ogni modo, i fatti narrati non si discostano troppo dalla realtà, sia cronologicamente che storicamente. Infatti, a partire dal XIV secolo Posada fu vittima delle scorribande dei pirati saraceni, che arrivati via mare incontravano nel loro tragitto l'antico borgo.

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SUCCESSIONI E CONTESE. Il Castello della Fava fu dimora dei giudici di Gallura e di Eleonora di Arborea, regina dell'omonimo giudicato. Per via della sua posizione di confine attraversò una serie di vicissitudini, conteso da famiglie, popoli e dinastie. Con la morte di Nino Visconti, ultimo re di Gallura, all'inizio del XIV secolo passò alla Repubblica di Pisa, per poi essere conquistato nel 1380/90 dal Regno di Aragona. Nel 1391 se ne impossessò con l'inganno Brancaleone Doria, che dopo averlo assediato corruppe il castel­lano Gillo con 500 lire, conquistandolo senza combattere. Con la caduta del giudicato d'Arborea, Posada fu infeudata alla famiglia Carros ed elevata al rango di baronia (giurisdizione del barone). Nella prima metà del XVII secolo, alla fine di una lunga storia di irruzioni di pirati e corsari di ogni genere, accerchiato nuovamente dagli Arabi, il borgo col castello fu occupato e distrutto dai Tunisini e Algerini, alleati. Con la legge che abolì il feudalesimo, nel 1836, la rocca passò al demanio. Dalla fine del XIX secolo la storia dell’isola non fa più menzione del castello, che fu lasciato cadere in rovina.

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IL CASTELLO OGGI. Realizzato con conci di pietrame poco lavorati, oggi del castello rimangono i resti delle mura e il torrione a pianta quadrata, con la terrazza protetta da un muretto merlato e una serie di cisterne d'acqua in buono stato di conservazione. Ancora visitabile, gode di una vista mozzafiato, da cui è possibile ammirare un incantevole panorama, che va dalla valle del rio Posada alle spiagge attorno alla borgata marina di San Giovanni di Posada. Il Castello della Fava è uno degli emblemi del Medioevo in Sardegna e contribuisce ad arricchire il profilo storico di Posada, non a caso inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia.

Foto: Daniela's Photos (Daniela Podda)

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