I cinquant’anni della morte di Antonio Pigliaru, ecco le iniziative

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13 mag 2019

Il 16, 17 e 18 maggio tre giornate di studio promosse dall’Isre, Comune di Orune, Università di Sassari e Associazione Sassarese Filosofia e Scienza

Di: Antonio Caria

Ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte di Antonio Pigliaru. All'intellettuale orunese verranno dedicati tre giorni di studio il 16, 17 e 18 maggio, promossi dall’Istituto Regionale Etnografico di Nuoro, l’Università degli studi di Sassari ( Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali), il Comune di Orune e l’Associazione Sassarese Filosofia e Scienza, in collaborazione con i Comuni di Sassari e Nuoro.

L'iniziativa è stata presentata oggi all'Università di Sassari dal Direttore del Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali, Aldo Maria Morace, dal Presidente dell'Isre Giuseppe Pirisi, da Antonio Delogu (professore ordinario di Filosofia morale), e da Attilio Mastino (membro del Comitato tecnico-scientifico dell'Isre).

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Per l'Ateneo di Sassari, sono coinvolti i dipartimenti di Storia, scienze dell'uomo e della formazione e Scienze umanistiche e sociali.

I lavori del convegno, intitolato "Cultura e società nel pensiero di Antonio Pigliaru, si svolgeranno nel Teatro Civico di Sassari giovedì 16 maggio, nell’Auditorum del Museo del Costume “G. Lilliu” di Nuoro venerdì 17 maggio, nella Biblioteca comunale di Orune sabato 18 maggio.

Inoltre, nel paese barbaricino, saranno inaugurate la "Biblioteca Pigliaru". che raccoglie tutti gli autografi, i dattiloscritti e i documenti del ricco archivio del filosofo donato dalla famiglia al Comune di Orune, e la mostra bibliografica e fotografica.

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Nato a Orune il 17 agosto 1922, Pigliaru conseguì la laurea con una tesi su L’attualità di Giacomo Leopardi nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari. Insegnò Dottrina dello Stato prima nell’Ateneo cagliaritano e, poi, in quello sassarese, conquistandosi la stima (ma anche l’affetto) di studiosi della fama di Norberto Bobbio, Sergio Cotta, Ugo Spirito, Enrico Opocher e Giuseppe Capograssi.

Pigliaru, che findò la rivista “Ichnusa”, fu promotore di iniziative culturali in cui coinvolse gli intellettuali più avvertiti dell'esigenza di contribuire alla sprovincializzazione della cultura isolana e all'apertura di nuovi orizzonti di progresso civile (tra i tanti: Michelangelo Pira, Salvatore Cambosu, Aldo Capitini).

È autore di importanti opere tra le quali La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico (1959) in cui, dopo una meticolosa ricerca sul mondo del “noi pastori”, scopre la causa del banditismo delle zone interne della Sardegna nell’essersi la comunità barbaricina data un proprio ordinamento giuridico (dal basso) in contrapposizione a quello dello stato, in cui il pastore vedeva soltanto l’azione del magistrato, del carabiniere, dell’esattore delle imposte. Morì a Sassari il 27 marzo 1969.

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