I trasportatori sardi. “Gasolio a 3 euro? Noi chiuderemo, sarà impossibile lavorare”

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08-03-2022

Domani verrà definito uno sciopero a oltranza con oltre 300 autotrasportatori da tutta l’Isola

Di: Ilaria Cardia

Quello che si prevede come uno degli scioperi più importanti della nostra Regione, degli ultimi anni, è nato ieri mattina dalla lamentela di pochi autotrasportatori su whatsapp. Le stesse lamentele, minuto dopo minuto, sono state inoltrate e condivise con più contatti sino alla nascita (nel giro di pochissime ore) di un gruppo composto da 256 trasportatori, uniti e compatti, nella voglia di cambiare la situazione. L’unione è stato solo il primo passo; su whatsapp vige la limitazione degli ingressi e quindi molti altri interessati sono rimasti fuori. I numeri parlano di un mal contento generale di oltre trecento camionisti.

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Noi abbiamo parlato con Franco, uno dei tantissimi partecipanti.

“Ieri ho capito di essere stanco, di volermi fermare - la nostra intervista incomincia con un amaro sfogo – poi ho capito di non essere il solo. Ho trovato unione e solidarietà nei pensieri con i miei colleghi. Siamo davvero in una situazione insostenibile. La nostra idea è di fare una protesta seria, senza gesti eclatanti, ma incisiva per arrivare alle istituzioni.”

Il Presidente dell’Angac, Giuseppe Balia, oggi su un quotidiano locale ha dichiarato che il gasolio arriverà a 3 euro, se la profezia si avverasse quali ripercussioni avrebbe il vostro settore?

“Chiudiamo. Saremo tutti fermi, sarà impossibile lavorare. Qui non parliamo solo del gasolio ci sono le gomme, l’olio per i motori, i pezzi di ricambio, qualsiasi ambito delle nostre forniture è stato colpito dall’aumento dei prezzi. Le gomme costano dai 500 ai 700 euro l’una, come si fa quando abbiamo sei gomme da cambiare in un trattore? È una pazzia, non li guadagniamo… anzi mi scusi: non li fatturiamo neanche in un mese quei soldi! Il “caro gasolio” è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.”

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Alcuni vi accusano di non aver il diritto di protestare perché voi avete la possibilità di scaricare le accise dal costo del carburante, cosa vuole rispondere a queste accuse?

“Le accise le possiamo scaricare solo ed esclusivamente se in possesso di un mezzo Euro5 o Euro6, ma quante di queste tipologie di trattori si vedono circolare in Sardegna? Come mai? Molti ci chiedono perché abbiamo sempre i camion vecchi, ma la risposta è molto semplice: come si fa attualmente a spendere 100, 150 mila euro per dei camion nuovi? In Paesi come la Francia i veicoli vengono cambiati più spesso perché i trasportatori vengono pagati secondo tariffari proporzionati al giusto guadagno e alle spese sostenute dalle aziende. A noi non resta che acquistare i loro camion usati e farli durare quindici o vent’anni anni. Inoltre le accise, su 1.000 litri di carburante, sono 214 euro. Una vera fesseria per i nostri consumi.”

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A chi volete rivolgere le vostre richieste?

“Al governo e in particolare alla Regione che in questo momento latita. Non hanno dimostrato di avere interesse per i lavoratori e per la Sardegna.

Noi vogliamo la riduzione del gasolio, che le strade siano decentemente percorribile e inoltre una vera continuità territoriale. Le basti pensare che per perdere un cliente è sufficiente mostrare il conto delle spese del traghetto. Mi viene detto “Sei troppo caro”, non siamo noi cari e la Regione che non ci aiuta e non ci sostiene. Noi abbiamo il diritto di usufruire di una continuità territoriale che ci faccia dimenticare di avere un mare che ci separa dal resto della nazione. In realtà, a pagare questa distanza siamo solo noi cittadini. Questo è un nostro diritto totalmente negato e non più riconosciuto. Se solo questo piccolo aspetto venisse considerato dalle istituzioni sarebbe una ricchezza per la regione intera.”

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Forse le persone sono ancora inconsapevoli dell’importanza del trasporto nella loro quotidianità. Quanto è importante e quanto potrebbe incidere sulla vita di tutti i cittadini un mancato ascolto da parte delle istituzioni e una vostra conseguente protesta?

“Una sola settimana di blocchi di trasporti significa non rifornire più i supermercati, i cantieri per le costruzioni o le ristrutturazioni. Significherebbe colpire ogni settore e aspetto del singolo cittadino. Stiamo parlando di supermercati vuoti. Ci piacerebbe fermarci indeterminatamente, ma spero di non dover arrivare a tanto e che le istituzioni capiscano il nostro estremo disagio e che quindi ci facciano ripartire in serenità ascoltando le nostre richieste. Tutti i cittadini non si devono spaventare, devono capire che questa lotta è fatta anche per loro. Le nostre richieste, se ascoltate, possono solo portare beneficio e ricchezza al popolo sardo.”

Quali sono i vostri prossimi passi?

“Domani ci incontreremo per decidere tutti insieme il da farsi, dobbiamo solo definire i dettagli dell’interruzione del nostro lavoro. Oramai è inevitabile.”

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