Birra, dal primo luglio via al taglio delle accise

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21 giu 2019

Interessati anche 30 birrifici sardi. Mameli: “Provvedimento importante ma nell’Isola manca un’azione coordinata di promozione e sviluppo che tuteli il vero prodotto artigiano”

Di: Antonio Caria

Ci saranno anche 30 i birrifici artigiani della Sardegna che dal prossimo 1 luglio saranno interessati dalla riduzione del 40% delle accise su ogni ettolitro prodotto.

La novità, riservata alle piccole realtà con produzione non superiore ai 10mila ettolitri, è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2019. nello stesso provvedimento, si fa riferimento al fatto che la birra venga tassata al momento della immissione al consumo ovvero nel momento dell’uscita del prodotto dal magazzino per essere venduto.

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“Questo risultato consentirà ai birrifici artigianali – ha dichiarato Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – di poter aumentare la loro capacità produttiva e la loro competitività nei confronti dei principali competitors europei che già usufruiscono nei loro Paesi di un regime agevolato della tassazione”.

“Il legislatore, grazie anche all’attività della nostra Associazione – ha aggiunto – ha recepito la necessità di prevedere specifici interventi normativi per abbattere alcuni ostacoli, sia di natura fiscale che burocratica. Ricordiamo che la Regione Sardegna, nella Manovra Finanziaria di 2 anni fa – queste ancora le sue parole – certificò l’importanza delle imprese birrarie della Sardegna, approvando un emendamento che stanziò 100mila euro per gli investimenti nei mircobirrifici quasi a “ristorare” della quota in accise a carico delle piccole aziende brassicole. Ancora, tuttavia, siamo in attesa di un bando regionale ad hoc”.

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In base ad alcuni calcoli, i birrifici potranno tagliare circa 20 centesimi di euro per ogni litro di birra prodotto, con un risparmio medio che va dai 10 a 15 mila euro, un gruzzoletto che le microrealtà potranno utilizzare per l’acquisto di macchinari oppure in ricerca, formazione e comunicazione.

A livello territoriale, 12 sono in provincia di Cagliari (erano 6 nel 2012), 7 a Nuoro (2 nel 2012), 7 a Sassari (4 nel 2012) e 4 a Oristano (1 realtà nel 2012).

A detta di Confartigianato Imprese Sardegna, sarà possibile vincere la sfida del mercato se l’intero sistema locale riuscirà alorizzare le birre artigianali abbinandole alla grande varietà e qualità dei prodotti alimentari sardi e alla Sardegna in generale, anche con un intervento regionale che dia ulteriore slancio al comparto.

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“Crediamo ci sia fortemente bisogno di un provvedimento che, lavorando in un’ottica di promozione coordinata e di incentivi allo sviluppo, tuteli e valorizzi i birrifici artigianali esistenti – ha proseguito Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – il fatto che si utilizzi il termine “artigianale” dovrebbe portare il ragionamento sulla normativa che regolamenta il settore artigiano. Oggi – conclude – l’impresa birraria soffre la

concorrenza delle produzioni industriali che, con ingenti investimenti di marketing provano a dare un “tocco” di artigianalità a prodotti che artigianali non sono”.

A detta di Confartigianto “occorre presidiare il comparto attraverso diverse azioni. Ad esempio inserendo le birre fra i prodotti da promuovere all’interno dei programmi regionali per l’internazionalizzazione. Oppure incentivando la partecipazione delle imprese brassicole sarde alle iniziative di settore, come il Beer&Food Attraction di Rimini o coordinando e rendendo più efficace il cartellone regionale degli eventi legati al mondo della birra, investendo anche nella visibilità delle birre artigianali sarde”.

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